PUGLIA – Indiscutibile gioiello incastonato fra le Murge ed il mare, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, orgoglio tutto pugliese perché frutto dell’Amore che il grande Federico II nutriva per la nostra regione, un nome: Castel del Monte. Voluto dal Puer Apuliae intorno al 1240, elevato su una collina, il castello domina il paesaggio circostante, visibile anche a chilometri di distanza con la sua maestosità che unisce nel suo insieme stili diversi: gotico, romanico, moresco, in linea con la concezione di Federico tendente all’unificazione delle tre grandi religioni, Cristiana, Islamica ed Ebraica. La sua planimetria basata sul numero otto, che poi è anche l’infinito, i suoi allineamenti astronomici nei giorni di solstizio ed equinozio, tutto crea un forte alone di mistero, di simbolismo e di magia, puntualizzati dalla sala al secondo piano in cui si osservano i cerchi magici evocativi … Per contro mancano del tutto quegli elementi caratterizzanti delle fortificazioni militari dell’epoca, quali le mura di cinta, le stalle ed il fossato, cosa che fa pensare che si trattasse di una residenza di caccia.
Il 29 gennaio del 1240, data tuttavia non accettata da tutti gli studiosi, Federico II Hohenstaufen ordinava al Giustiziere di Capitanata Riccardo Montefuscolo l’approvvigionamento dei materiali necessari per la costruzione di un castello nei pressi della, ormai scomparsa, Chiesa di Santa Maria del Monte, probabilmente sui resti di una precedente fortezza risalente alla dominazione longobarda e successivamente a quella normanna. Incerto resta il nome dell’architetto incaricato che, secondo alcuni fu Riccardo da Lentini, secondo altri l’imperatore stesso. Nel 1246 all’interno della struttura furono celebrate le nozze fra Violante, figlia naturale di Federico nata dalla sua relazione con Bianca Lancia, ed il Conte di Caserta Riccardo Sanseverino.
Salito sul trono di Napoli Carlo I d’Angiò, in Castel del Monte furono segretamente imprigionati Enrico, Federico ed Enzo, figli di Manfredi Hohenstaufen, figlio naturale di Federico e Bianca Lancia, ed il Conte di Caserta Corrado Sanseverino. Nel 1528, durante le guerre fra Carlo V ed il Re di Francia Francesco I, le armate transalpine bombardarono pesantemente il castello procurando ingenti danni, mentre nel 1552 la fortezza veniva acquistata dal Conte di Ruvo Don Fabrizio Carafa. Nel XVII secolo comincia la decadenza di Castel del Monte, spogliato dei suoi marmi, alcuni dei quali reimpiegati dal Vanvitelli nella Reggia di Caserta, trasformato in carcere, quindi ricovero per pastori e briganti, sino a quando nel 1876 fu acquistato dallo Stato Italiano che da quel momento provvide ad effettuare diversi restauri che, finalmente, oggi consentono al visitatore di gustare appieno le meraviglie della struttura. Castel del Monte ha una pianta ottagonale con ad ognuno degli otto angoli una torre anche essa ottagonale. Tutte le torri sono alte 24 metri e superano leggermente le pareti del cortile interno. Probabilmente un tempo, al centro del cortile interno ottagonale, vi era una vasca anche essa della stessa forma.
L’interno è diviso in due piani, rialzati rispetto al piazzale antistante, con stanze trapezoidali divise dai muri che congiungono gli angoli dell’ottagono interno con i corrispondenti all’ottagono esterno ed in linea con le torri. Le alte volte sono a crociera o a botte, mentre i due piani sono collegati fra loro da scale a chiocciola disposte in senso antiorario all’interno di alcune delle torri e sono formate da 44 gradini trapezoidali. Particolarmente interessante è l’installazione idraulica per i servizi igienici, di chiara ispirazione araba, ed il sistema di manovra dell’antica saracinesca che chiudeva il portone principale. Su cinque delle otto torri esistevano delle cisterne per il rifornimento idrico.
Cosimo Enrico Marseglia