BARI – La lezione di Pier Paolo Pasolini nel centenario della nascita per un festival jazz di respiro europeo, proprio mentre il vecchio continente si confronta con le oscure ombre di un passato tornato improvvisamente presente. A Bari prende il via «Musiche Corsare», progetto firmato per l’associazione Nel Gioco del Jazz dal direttore artistico Roberto Ottaviano: due weekend di grande musica al Teatro Forma, dal 20 al 22 maggio e dal 27 al 29 maggio, con alcuni esponenti di spicco del jazz europeo.
Si parte venerdì 20 maggio con il batterista Enrico Morello con il suo quartetto nel quale militano il trombettista Francesco Lento, il sassofonista Daniele Tittarelli e il contrabbassista Matteo Bortone.
Morello presenta il progetto discografico «Cyclic Signs» (uscito per l’etichetta pugliese Auand di Marco Valente) ispirato dalla fascinazione verso i ritmi dell’esistenza e le molteplici facce delle loro mutazioni. «Il costante mutare della realtà che ci circonda – spiega il bandleader – sembra regolato da leggi misteriose, le metamorfosi della natura seguono un percorso ordinato e coerente ma rispondono a ritmi e tempi infinitamente più dilatati di quelli che regolano l’attività quotidiana dell’uomo. Ed è proprio da questa temporalità ciclica ed inafferrabile che l’essere umano rimane incantato, rapito nell’osservazione dell’incontenibile, del non misurabile». Morello ha cercato di sovvertire la prevedibile logica del tempo metricamente organizzato tracciando percorsi inattesi, multiformi e compositi, con l’intento di restituire all’ascoltatore la sensazione di sorpresa e disorientamento che si prova quando ci si affaccia alle finestre dell’ignoto. «L’utilizzo di un organico asciutto e costituito da strumenti prevalentemente monodici – prosegue il musicista – ha favorito il rapporto dialettico fra la dimensione orizzontale e quella verticale della musica. Pertanto, ho concentrato le mie energie nel dare risalto alle specificità armoniche dei brani attraverso un’accurata conduzione delle diverse voci che determinano l’intreccio polifonico». Seguendo questi princìpi, le gravità armoniche, seppure non esplicite, mantengono un ruolo centrale nel disegno globale delle composizioni e ne determinano ambientazioni cangianti. Scelte che hanno condotto Morello all’esplorazione di paesaggi sonori archetipici, essenziali dal punto di vista timbrico ma complessi ed articolati nella loro manifestazione corale, in questo non dissimili da alcune produzioni di musica tradizionale dell’Africa centrale che sono state fonte inesauribile d’ispirazione durante tutto il percorso d’investigazione creativa affrontato dal batterista romano. «Avere a disposizione dei solisti di una così elevata caratura artistica – aggiunge – ha indubbiamente facilitato il mio lavoro, per cui mi sono limitato a tracciare dei confini e creare dei percorsi ideali all’interno dei quali ciascuno potesse esprimere liberamente la propria creatività ed il risultato di questa operazione ha stupito me stesso prima di chiunque altro».
Il concerto inaugurale verrà preceduto da una masterclass di Luciano Rossetti, tra i fondatori dell’Associazione Fotografi Italiani di Jazz, prevista per l’intera giornata di venerdì 20 maggio (ore 10-13/16-21). L’appuntamento è al Teatro Forma, ma poi Rossetti porterà gli iscritti al laboratorio in giro per la città. Inoltre, alcune sue opere saranno esposte durante tutta la durata del festival al Teatro Forma, dove sempre venerdì 20 maggio, prima del concerto di Morello, alle ore 16, è in programma il primo di due incontri (il secondo è previsto sabato alla stessa ora) sul cinema di Pasolini curati dal giornalista Livio Costarella con la proiezione di trailer e documentari.