A Novoli, dal 20 al 22 maggio, torna in teatro la compagnia teatrale “La ribalta” con “La binifizziata”

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NOVOLI (Lecce) – Superato lo STOP forzato per le note cause pandemiche, la compagnia teatrale “La ribalta” torna sul palcoscenico.

 

Il 20, 21 e 22 di maggio, a partire dalle ore 21, nel Teatro Comunale di Novoli, andrà in scena “La binifizziata”, libero riadattamento e traduzione in dialetto novolese a cura di Piergiuseppe De Matteis e incentrata sulla passione del gioco del Lotto di Mesciu Titu, il protagonista. Passione che lo porta a sperperare i suoi guadagni, e ad essere addirittura geloso della fortuna di Ntoni Santu, suo ex allievo di bottega e pretendente di sua figlia.

 

Condita da malintesi e umorismo, la commedia vuole essere anche un monito a non farsi prendere la mano nel voler tentare la fortuna.

 

La commedia è tratta dalla più nota opera teatrale di Edoardo De Filippo, “Non ti pago” (1940), durante il periodo di frequentazione ed amicizia con Luigi Pirandello. L’opera, infatti, risente chiaramente dell’influsso dello scrittore siciliano: “Il gioco delle parti”, “Realtà e fantasia”, “Diritti e desideri”, “Religione e superstizione” affiorano in una trama surreale per poi sovrapporsi e confondersi fra loro.

 

In questa piéce il motivo del gioco rimanda a quello del destino, quando la vita di don Ferdinando che gestisce un lotto avuto in eredità dal padre, si scontra in un gioco delle parti con quello di Mario Bertolini, suo impiegato, vincitore di quattro milioni con i numeri avuti in sogno dal padre di Ferdinando. Questi non vuole pagare, convinto che quei numeri, il padre, aveva inteso darli a lui; infatti era apparso nella stessa casa prima abitata da Ferdinando e poi affittata a Bertolini.
Edoardo così contrappone alla verità dei fatti quella dei sogni, fantasmi di chi non vuole credere alla realtà la cui religiosità è indissolubilmente legata alla superstizione.

 

Si creano nello sviluppo della commedia una serie di equivoci, fantasie paradossali e logiche squinternate proprie della comicità a cui Edoardo, per tradizione, è legato; dalla situazione umoristica si giunge ad una specie di dolorosa esasperazione quando ai tempi della farsa di succedono quelli dell’assurdo ed al meccanismo del sogno segue quello della maledizione.