Ritratti Festival di Monopoli, martedì 12 luglio inaugurazione con il pianista Emanuele Arciuli e il suo viaggio in America tra suoni e parole

99

MONOPOLI (Bari) – Tra i massimi esperti di musica americana, anche di compositori nativi, il pianista barese premio Abbiati, Emanuele Arciuli, inaugurerà il Ritratti Festival di Monopoli, manifestazione della quale è ospite per la prima volta. Il debutto è in programma martedì 12 luglio (ore 21), nel chiostro di Palazzo San Martino, con un recital interamente dedicato agli autori statunitensi. La serata «stelle e strisce» si completerà con la presentazione dell’ultimo libro del musicista, «Viaggio in America. Musica Coast to Coast», volume uscito per la collana «Correnti» curata per le Edizioni Curci da Carlo Boccadoro: un testo con il quale Arciuli, interprete attento del Novecento e della musica contemporanea, anche in veste di saggista, ha voluto proporre un ulteriore focus sul Nuovo Mondo e i suoi compositori, dei quali si occupa da trent’anni come esecutore e ormai da quindici in veste di scrittore.

Il titolo scelto per il concerto è «United People Will Never Be Defeated», dal nome delle variazioni per pianoforte sulla celebre canzone cilena «¡El pueblo unido jamás será vencido!» scritte dall’americano Frederic Rzewski, scomparso nell’estate del 2021 all’età di ottantatré anni. Un compositore temerario e iconoclasta che, con queste variazioni, realizzò un inno alla pace e alla lotta per la giustizia e la libertà dal quale Arciuli ha tratto il titolo della serata, perfetto per questo periodo di resistenza planetaria. Il concerto è, infatti, ispirato ai valori di impegno civile e affermazione della bellezza che hanno accompagnato l’esistenza di Rzewski, del quale Arciuli proporrà i brani Piano Piece n. 4 e «Winnsboro Mill Blues». A loro volta, gli altri compositori americani sono stati scelti come espressione di culture americane eccentriche rispetto al «mainstream». Si ascolteranno, infatti, pagine di due nativi, il cherokee Louis Wayne Ballard («Four American Indian Piano Preludes») e il navajo Connor Chee («The Navajo Vocable nn. 1-4-9»). In programma anche composizioni degli afroamericani Margaret Bonds («Trouble Waters») e Talib Rasul Hakim («Sound Gone»). Inoltre, Arciuli renderà omaggio a William Duckworth con il suo capolavoro assoluto, «The Time Curve Preludes», manifesto della musica postminimalista. Quindi, riprenderà uno dei suoi primi progetti americani tra jazz e musica contemporanea, le variazioni su «‘Round Midnight» di Thelonious Monk scritte apposta per lui da una serie di compositori, non solo americani. Si tratta di un progetto nato molti anni fa, quando il musicista barese frequentava l’università di Cincinnati, alla scuola di George Crumb. Per l’occasione, Arciuli proporrà «Monk’s Trope» di John Harbison, «Variations» di Michael Torke e «Monk in the Kitchen» di Michael Daugherty.

Al termine del concerto ci sarà la presentazione del libro «Viaggio in America. Musica Coast to Coast» durante la quale Arciuli dialogherà con il critico musicale Alceste Ayroldi. Arciuli ha pensato il volume come un racconto per aneddoti della propria esperienza americana lungo i ventitré Stati nei quali ha suonato sinora, dall’Alaska alla Florida passando per molte terre del Midwest. Un viaggio fatto soprattutto di incontri, da Philip Glass a John Luther Adams, da Frederic Rzewski (con il quale Arciuli ha condiviso una lunga amicizia) a George Crumb, da Michael Daugherty a Marga Richter, l’allieva di Hindemith scomparsa due anni fa quasi centenaria. Naturalmente, il libro contiene anche una sezione dedicata ai nativi, al centro dei capitoli su New Mexico e Arizona. L’autore si sofferma soprattutto su Louis Wayne Ballard e Raven Chacon, già al centro di progetto discografico «Walk in Beauty».

Insomma, un nuovo capitolo nell’esperienza letteraria di Arciuli, che dei musicisti americani si era occupato in vario modo nel precedente pamphlet «La bellezza della Nuova Musica» e, ancora prima, ne «Il pianoforte di Leonard Bernstein», «Musica per pianoforte negli Stati Uniti» e il libro d’esordio «Rifugio intermedio. Il pianoforte contemporaneo fra Italia e Stati Uniti», uscito quindici anni fa.