Agìmus Festival Mola di Bari venerdì 15 luglio la star Dee Dee Bridgewater inaugura l’edizione 2022

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MOLA DI BARI – L’Agìmus di Mola di Bari inaugura in grande stile il Festival 2022, che si apre venerdì 15 luglio (ore 21.30), nell’arena del Castello, con una grande della scena internazionale, la cantante statunitense Dee Dee Bridgewater, voce jazz tra le più amate, qui accompagnata dal Memphis Soulphony formato da Barry Campbell (basso), Curtis Pulliam (tromba), Bryant Lockhart (sax), Charlton Johnson (chitarra), Skyler Gordon e Shontelle Norman-Beatty (cori), Carlos Sargent (batteria) e Keenan Shotwell (pianoforte e organo). Tra l’altro, è il concerto numero 800 per l’associazione diretta da Piero Rotolo, che taglia l’importante traguardo con una star della musica.

Nel corso di una carriera multiforme lunga quattro decenni e costellata di Grammy e Tony Award, Dee Dee Bridgewater è salita ai vertici del panorama mondiale del jazz aggiungendo un tocco unico agli standard e alle canzoni che interpreta. E nel suo disco più recente, «Memphis…Yes, I’m Ready», progetto al centro di questo concerto, è andata alla ricerca delle proprie radici musicali.

La storia dell’album inizia, infatti, nella città del Tennessee nella quale Dee Dee Bridgewater è nata, al Collins Chapel Hospital, situato non lontano da dove il disco è stato registrato, gli storici Royal Studios del produttore Willie Mitchell. Il padre di Dee Dee, trombettista conosciuto anche con l’affettuoso nomignolo di «Matt the Platter Cat», era un deejay della Wdia, la stazione radio più in voga di Memphis. E anche quando la famiglia si trasferì a Flint, in Michigan, la giovane Dee Dee continuò ad ascoltare la musica della scena di Memphis, sintonizzandosi sulle sue frequenze radio a tarda notte. Ricordi che hanno ispirato la cantante quando ha deciso di tornare in città, alla ricerca della magia del blues, del r&b e dei classici del soul.

«Il Sud mi è sempre rimasto dentro e il ritorno per questa registrazione ha chiuso il cerchio della mia vita», racconta l’artista, una vita fatta di musica. «Anche da ragazzina – prosegue – la musica mi ha sempre emozionata, ispirata, mi ha fatto ballare di gioia e piangere di tristezza. Il viaggio della mia vita ha origine in Mali, nell’Africa Occidentale, come discendente della tribù Peul e della stirpe Fulani della Nigeria (radici esplorate nell’album del 2007 «Red Earth» registrato, per l’appunto, in Mali, ndr), ma questo viaggio è stato certamente determinato dalla mia infanzia nel Sud degli Stati Uniti, e dalla musica formidabile alla quale sono stata esposta». La scaletta del concerto prevede i brani «Thrill is Gone» di B.B. King, «Going Down Slow» di Bobby Blue Bland, «Try a Little Tenderness» di Otis Redding, «Can’t Get Next to You» di Al Green, «I Can’t Stand the Rain» di Ann Peebles e «Why? (Am I Treated So Bad)» delle Staple Singers.

Durante le registrazioni del disco Dee Dee ha addirittura pregato affinché il suo progetto fosse sulla giusta strada. E racconta che le sue preghiere sono state esaudite quando, di punto in bianco, la leggenda del canto della Stax Records, Carla Thomas, è passata dai Royal Studios proprio poco dopo il mixaggio di un suo storico brano, «B.A.B.Y.». Una magica congiunzione astrale per un album che «suona come Memphis e si sente come Memphis». E che suona e si sente, anche, come gli album di Dee Dee Bridgewater, ricchi di passione e slancio dinamico. D’altronde, la stessa Memphis viene chiamata Soulsville, la città dell’anima. «Una città che ha portato tanta gioia a tante persone in tutto il mondo – dice Dee Dee – ed è sempre stata una parte di me. Lo prova il fatto che più ci torno, più mi sento a casa. Ed è chiaro che prima o poi tornerò a viverci, perché una buona parte del mio cuore e della mia anima vive qui».