BARI – Le strade di Eduardo Eguez, il chitarrista di Buenos Aires che ha suonato anche col gruppo Hesperion XXI di Jordi Savall e l’Orchestra Mozart di Claudio Abbado, e dell’Ensemble Voz Latina, quartetto di voci argentine (con base a Cremona) diretto dal cantante Maximiliano Baños, tornano a incrociarsi per l’inedito progetto «Postales Argentinas» in programma per la rassegna «Bari vista dalla Luna» sabato 27 agosto (ore 21) nel cortile del Redentore.
Il concerto, promosso dall’associazione L’amoroso nella programmazione «Le due Bari» con la quale l’amministrazione comunale sta finanziando l’estate di spettacoli nelle periferie attraverso risorse del Ministero della Cultura, si presenta come una carrellata di immagini finalizzata ad illustrare istanti, ritmi e colori della tradizione popolare argentina. Ma se in senso stretto il termine folclore viene solitamente utilizzato per definire espressioni culturali anonime, popolari e tradizionali, nel caso dell’Argentina si tratta solitamente di musica d’autore, ispirata a ritmi e stili delle diverse regioni del Paese.
L’origine di questi ritmi risale alle culture indigene originarie, anche se col passare del tempo, alcuni movimenti culturali, derivati da eventi storici, hanno introdotto diverse trasformazioni. Le prime modifiche si devono alla colonizzazione spagnola, poi all’immigrazione africana causata dalla tratta degli schiavi tra il XVI e il XVIII secolo, quindi all’ondata migratoria dall’Europa avvenuta tra il 1880 e il 1950 e alla grande migrazione interna favorita tra il 1930 e il 1980 dal governo di Juan Domingo Peron. Proprio in questo periodo, tra gli anni Trenta e Quaranta, il folclore inteso come genere musicale inizia a diventare più popolare. Chi si sposta dalle campagne alle città porta con sé questa musica, facendola prima crescere e poi, negli anni Cinquanta, definitivamente esplodere. Sono, per l’appunto, gli anni del «boom del folclore» che, importato dalle zone rurali, diventa il principale genere di musica popolare nazionale insieme col tango, sdoganato dai postriboli per essere consacrato nelle sale da concerto da Astor Piazzolla.
Tuttavia, con il periodo più buio della storia argentina, durante gli anni dei colpi di Stato, con la conseguente repressione culturale, arriva anche l’esilio forzato di molti artisti, vedi il caso di Mercedes Sosa, simbolo della sua terra e della lotta contro la dittatura e a favore dei diritti civili. Il folclore viene, dunque, messo a tacere durante gli anni dell’oppressione militare, prima di riemerge definitivamente durante il periodo della guerra delle Falkland contro gli inglesi, quando viene vietata la riproduzione di qualsiasi musica in lingua anglosassone, dando così inizio a una nuova era per il folclore argentino.
Il weekend di musica della rassegna «Bari vista dalla Luna» si completerà domenica 28 agosto (ore 20), nella chiesa di San Sabino, con l’ultimo dei quattro concerti dell’Ensemble Orfeo Futuro, stavolta dedicato agli autori del barocco pugliese.
I concerti sono tutti a ingresso libero sino ad esaurimento dei posti.