Fabrizio Piepoli sabato nel Santuario di San Matteo a San Marco in Lamis per la rassegna “Quanta Luce”

36

SAN MARCO IN LAMIS (Foggia) – “Un amico, un grande artista a cui mi lega una sensibilità comune sull’idea di sound e di ricerca nella canzone world d’autore”: è così che Giuseppe Di Bella, ospite della prima data della rassegna musicale Quanta Luce – l’anima dentro, si è espresso su Fabrizio Piepoli, ultimo artista per questa edizione a calcare il palco del Santuario di San Matteo Apostolo, il prossimo sabato 3 settembre a San Marco in Lamis.

Un concerto in solo, che chiude la prima edizione di questo mini festival, a cura di Mo’l’estate Spirit e Beatitudo Music Lab, per presentare, all’interno dell’incantevole chiostro pugliese, in uno dei conventi più belli e antichi in Italia, un progetto in cui emerge definitivamente la sua poliedricità di polistrumentista e compositore, di autore e studioso delle tradizioni musicali del Mediterraneo e di ammaliante interprete.

Lo scrigno segreto di Fabrizio Piepoli ci accompagna e ci svela i destini incrociati di genti, storie, lingue e canti che hanno mosso e fecondato la storia, rendendola ibrida e caleidoscopica. Un passato che transita nel presente e ispira il futuro e nutre l’universo sonoro dell’artista, costantemente in evoluzione e impegnato ad allargare i propri orizzonti nel corso della sua ultra ventennale carriera, fatta di illustri collaborazioni tra cui Raiz, Almamegretta, Planet Funk, Teresa De Sio, Lucilla Galeazzi, Mauro Pagani, Dario Fo, Bobby Mc Ferrin.

In questo concerto si circonda di strumenti che sono delle presenze vive in scena e raccontano la loro storia antica: alterna sapientemente l’oud arabo, il saz turco e la chitarra battente tipica della tradizione italiana del Sud. La musica di Piepoli va alla ricerca di questi innesti sonori, indispensabili per esprimere la sua visione personale.

Nella sua voce i melismi delle tradizioni mediterranee e l’utilizzo di molteplici timbri e registri vocali si fondono alla perfezione, per raccontare le diverse sfumature di una identità che gioca ad esprimere liberamente il maschile e il femminile.

“Ho raccolto tra le mani suoni, parole, gesti, memorie, e le ho lanciati in aria: mi sono ricaduti addosso, mischiati”: racconta l’artista, formatosi nella metà degli anni ’80 all’interno della scena rock new-wave, ha parallelamente coltivato un interesse profondo per la musica antica e le tradizioni musicali, in particolar modo quelle dell’area mediterranea. Insegna Musiche Tradizionali presso il Conservatorio ‘Tito Schipa’ di Lecce e il Conservatorio ‘Luisa D’Annunzio’ di Pescara. Suona stabilmente nel trio La Cantiga de la Serena e nel progetto Ghibli, in duo con Nabil Bey (voce dei Radiodervish).

Ingresso: 10 euro, posti limitati.