BARI – La vacanza è uno status symbol da almeno due secoli e mezzo. Perché anche nel Settecento andare in ferie era una moda. Lo raccontò Carlo Goldoni ne «Le smanie per la villeggiatura», commedia che Paolo Panaro rilegge in chiave contemporanea in una fortunata produzione della Compagnia Diaghilev che la ripropone per la stagione 2022-2023 «Teatro Studio» nell’auditorium Vallisa di Bari da giovedì 13 ottobre con repliche dal 14 al 16, dal 19 al 23 e dal 26 al 30 ottobre, e poi dal 1° al 6 novembre (sipario ore 21, festivi e 1° novembre ore 19).
Testo del 1761 sul desiderio della borghesia del tempo di apparire più altolocata di quanto non fosse nella realtà, nell’adattamento e nella regia di Paolo Panaro «Le smanie per la villeggiatura» diventa rappresentazione della crisi economica, del tenore di vita troppo alto e della cattiva educazione dei figli nel terzo Millennio. Due famiglie non particolarmente agiate sono in affanno perché non possono permettersi le vacanze. Eppure, per la loro credibilità sociale, è impossibile mancare al tradizionale appuntamento estivo: partire è ormai una specie di obbligo, qualcosa da ostentare, e tanto meglio se la meta è un lontanissimo paese esotico. Le vicende del testo di Goldoni, che Panaro mette in scena con i costumi di Francesco Ceo facendosene lui stesso interprete con Antonio Carella, Altea Chionna, Deianira Dragone, Carlo D’ursi, Alessandro Epifani, Francesco Lamacchia e Mario Lasorella, somigliano, infatti, al nostro quotidiano, fatto di smancerie, ipocrisie e falsità. Perché siamo tutti vittime inconsapevoli della tirannia delle mode, a prescindere dal sesso, dalla condizione sociale, dall’età, dalla professione. E che Goldoni sottolineava oltre due secoli e mezzo orsono, con questa prima commedia di una trilogia dedicata al tema delle vacanze comprendente anche «Le avventure della villeggiatura» e «Il ritorno dalla villeggiatura».
I temi principali de «Le smanie per la villeggiatura» sono il desiderio degli appartenenti alla borghesia del tempo di mostrarsi di una classe sociale più elevata e i pericoli della frenesia amorosa, in ottemperanza alla diffidenza di stampo illuminista nei confronti delle passioni struggenti. L’azione si svolge nell’arco di una giornata, a Livorno, nelle case di Leonardo e di Filippo, rappresentanti di un ceto borghese che vuole competere con i nobili e con i ricchi. Il primo atto si apre con i preparativi in casa di Leonardo. La partenza è fissata per la sera stessa, ma la sorella Vittoria protesta perché il suo «mariage», l’abito all’ultima moda, non sarà pronto per tempo. Loro ospite nella casa di Montenero sarà anche l’amico Ferdinando, scroccone e pettegolo, ma ricercato nelle case di villeggiatura perché di buona compagnia. I due fratelli partiranno insieme al signor Filippo e a sua figlia Giacinta, di cui Leonardo è innamorato.
Insomma, Goldoni presenta uno spaccato di vita borghese dell’epoca con caratteri ben delineati, situazioni e rapporti sociali, perbenismo e opportunismo, che nello spettacolo di Panaro diventano un’impietosa fotografia della nostra società.
Prenotazioni al numero 333.1260425. Biglietti online sul circuito Vivaticket.