MONOPOLI (Bari) – Il ricco calendario di eventi curato dall’Associazione Ubuntu – Non solo teatro aps nell’ambito della rassegna Un Natale di cultura, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Monopoli prosegue con due spettacoli/animazioni teatrali per bambini in occasione delle festività natalizie.
Alla Biblioteca Rendella, alle 18.00, andranno in scena sabato 17 dicembre Anna dai capelli rossi e martedì 27 dicembre Peppino e il tesoro dei briganti, due appuntamenti adatti dai 7 anni in su.
La prima è una storia per tutti i sognatori, per quelli che lo sono stati, per quelli che lo sono
ancora e non posso smettere di esserlo. Anna dai capelli rossi di e con Antonella Ruggiero e Luigi Tagliente, liberamente ispirato al romanzo di Lucy Maud Montgomery, narra di Anna, una ragazzina dalla fervida immaginazione. Lei immagina tutto quello che non c’è, trasforma la realtà, gioca a costruire con i mattoni della fantasia un mondo più bello per cancellare i difetti del mondo reale. Anna ha i capelli rossi e un sacco di lentiggini, è orfana ed è una forestiera e per sopperire a queste mancanze, così dicono gli altri, lei cerca di fare tutto quello che può. Anna cerca di fare sempre di più, ma a volte quel di più per gli altri diventa troppo, e quel suo desiderio di fare le cose in grande diventa un farla proprio grossa. E dopo averla fatta grossa, come dicono loro, cercare di spiegare le proprie ragioni non è facile e soprattutto non è semplice chiedere scusa. Scusa è una parola che Anna non sa proprio pronunciare! In questo viaggio nel suo mondo, si impara a guardare le cose come le guarda lei, si scopre che non esiste una sola verità ma tanti punti vista, che non è semplice essere una ragazzina normale, che ciascuno è fatto a proprio modo. Che da grandi avere una fervida immaginazione può portare a fare qualcosa di interessante, che si può camminare con la testa per aria purché si impari a recuperarla per quando invece abbiamo proprio bisogna di mettere la testa sul collo e i piedi per terra.
Il programma di narrazione per bambini prosegue martedì 27 dicembre con “Peppino e il tesoro dei briganti” di e con Giuseppe Ciciriello e Piero Santoro.
Peppino e il tesoro dei Briganti, vincitore del Premio EarThinkFestival 2016, utilizza un linguaggio fatto di voce, gesti e musica, che non mostra, ma evoca, lasciando allo spettatore la possibilità di creare mondi e allenare l’immaginazione. In un’epoca in cui le immagini ci sono imposte e ci sommergono, Peppino e il tesoro dei briganti nella sua semplicità crea i presupposti per immaginare un mondo, quello narrato, e farlo proprio, per imparare così a riappropriarsi del senso profondo delle storie e rielaborarne i contenuti mitici.
Peppino il narratore (Giuseppe Ciciriello) accompagnato dalla fisarmonica di Zi’ Pietro (Piero Santoro) racconta di tanto tempo fa, quando era piccolo e non più alto del bastone che suo nonno usava per raccogliere la frutta; racconta di quando d’estate andava a vivere dai suoi nonni, in campagna fra la menta e il rosmarino, e le giornate incedevano a passi lenti e scalzi a contatto con la terra rossa, accompagnate dalla voce di latte e miele della nonna Filomena, che risuonava tra le lenzuola stese gonfiate come nuvole leggere dal vento di tramontana; e i racconti di nonno Peppe ascoltati, tra il ronzio delle api nei gelsomini, al fresco della pergola d’uva davanti al piazzale.
È una storia che racconta dell’amore per la terra, una terra che sta scomparendo per far posto al cemento che avanza con le sue ruspe e betoniere; racconta un amore, tramandato di generazione, in generazione, attraverso la pratica dell’aver cura e il piacere di raccontare storie: storie di boschi, di banditi, di lupi, di re, di regine, di battaglie; storie di terra, alberi, boschi, amore e tesori.
In Peppino e il tesoro dei Briganti le rocambolesche avventure del brigante Capatosta e del suo tesoro, si intrecciano con quelle del narratore, quelle di Peppino e di suo nonno; sono le storie della terra dove sono cresciuti, terra di ulivi e ginestre, tra masserie, tratturi e muri di pietra a secco; sono le storie di un bosco, quello vicino alla casa dei suoi nonni dove da piccolo Peppino trascorreva le estati, perdendosi andando a caccia di lucertole e tesori senza sapere che il tesoro più grande era tutto intorno a lui ovunque camminasse.