Al Nuovo Teatro Verdi “Se devi dire una bugia dilla grossa”

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BRINDISI – Per festeggiare i cento anni dalla nascita di Pietro Garinei, uno dei più esperti e arguti autori teatrali del Novecento, va in scena una commedia musicale della premiata ditta Garinei & Giovannini, i due ideatori della commedia musicale italiana, con stile elegante, battute mordenti, terreno fertile per primi attori e palestra per tanti artisti “caratteristi” che hanno fatto la storia del teatro leggero italiano. Approda così al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi la commedia “Se devi dire una bugia dilla grossa“, dal soggetto di Ray Cooney, in programma martedì 10 gennaio con sipario alle ore 20.30. Biglietti disponibili online alla pagina rebrand.ly/Bugia e in botteghino, aperto dal lunedì al venerdì ore 11-13 e 16.30-18.30. Info T. 0831 562 554 e botteghino@nuovoteatroverdi.comLa commedia ebbe una fortunata versione televisiva nel 1986 curata da Eros Macchi con protagonisti Johnny DorelliPaola QuattriniGloria Guida e Riccardo GarroneLa regia originale è di Pietro Garinei, fin dagli anni Sessanta raffinato assertore del divertimento a teatro grazie a messinscene memorabili come “Rugantino” e “Aggiungi un posto a tavola“.

L’allestimento è ispirato a quello originale firmato dai due autori del Teatro Sistina, con la hall dell’albergo e le due camere da letto, dove si svolge la vicenda del ministro del governo De Mitri, che vorrebbe intrattenere relazioni extraconiugali con una esponente dell’opposizione. La situazione gli sfuggirà di mano con un crescendo di equivoci, battibecchi e colpi di scena sempre più serrati, nel segno del sano divertimento. La versione riadattata da Iaia Fiastri vede protagonisti Antonio CataniaGianluca Ramazzotti e la partecipazione di Paola Quattrini che per la terza volta interpreta il ruolo della moglie dell’onorevole. Lo spettacolo porta in scena per la prima volta a teatro Paola Barale nel ruolo di Susanna Rolandi, già interpretato da Gloria Guida e Anna Falchi. Nel cast anche Ninì SalernoMarco Cavallaro e Alessandro D’Ambrosi.

La commedia ha un ritmo recitativo incalzante che, per capacità attoriali e scelta registica, rimane costante per l’intera durata della pièce, assecondando lo spirito della versione originale. Lo schema classico ambientato in due stanze attigue dello stesso albergo, che ha nella continua apertura e chiusura di porte la metafora dell’incertezza e dell’equivoco, trova una sua originalità nella prova degli interpreti principali. Le singolarità dei personaggi, registicamente ben caratterizzati, si esaltano nella condivisione di una situazione che mette a nudo nevrosi, fragilità e bisogni troppo spesso mascherati. Antonio Catania, nei panni dell’onorevole De Mitri, “racconta” un personaggio apparentemente compassato, abituato a vivere nel torbido, ma nel contempo simpaticamente “piccolo” come i suoi desideri. 

 

Gianluca Ramazzotti, attraverso un’interpretazione policromatica, si contrappone all’onorevole De Mitri dando vita a un personaggio ingenuo, goffo, quasi macchiettistico ma decisamente reale, invischiato e predato suo malgrado dalla turbolenza delle vicende di cui è la vera vittima. Paola Quattrini, presente già nella messinscena televisiva, con la sua simpatica Natalia De Mitri affronta gli inciampi della vita con ironia e ingenua leggerezza. L’impulsività del personaggio, a stento controllata, è il sintomo di una storia matrimoniale in disarmo. Ninì Salerno veste di austerità ed eleganza il suo personaggio dal quale stilla una malcelata curiosità per il turbinio delle vicende che si svolgono nel suo albergo. L’allestimento delinea con esattezza i tratti dei personaggi e la ricerca di quella via mediana che passa tra la personalizzazione e salvaguardia della prima regia di Garinei.

«È un grande successo che sorprende dopo quasi quaranta anni – ha detto Paola Quattrini –. Anche se il testo è stato aggiornato, in fondo è rimasto simile all’originale; una macchina infernale per far ridere, ogni volta una festa per noi e per il pubblico. È il classico della commedia brillante che tra tutti ha retto meglio nella storia del suo genere. Il grande Garinei la scrisse per Johnny Dorelli. Io ho avuto la fortuna di fare tutte e tre edizioni, sono l’unico filo conduttore tra la prima e quest’ultima: è una cosa molto strana, in America forse è normale, qui entrerò nel Guinness dei primati. Credo che la gente abbia bisogno di ridere, di rilassarsi finalmente e soprattutto di cose belle, pulite. Nel nostro spettacolo non ci sono volgarità: è uno spettacolo nel quale la qualità attoriale incide in modo determinante».

«Riprendere uno spettacolo come Se devi dire una bugia dilla grossa” – ha aggiunto Gianluca Ramazzotti – è come avere in mano una cambiale sicurissima grazie alla solida struttura comica che caratterizza la commedia, che lo stesso Cooney aveva rappresentato allo Shaftesbury Theatre e che Garinei ha poi portato in scena con enorme successo. Dopo l’ultima edizione del 2000 con Jannuzzo, Quattrini, Testi, sempre per la regia di Garinei, la Ginevra Media Production ha deciso di riprendere la produzione dello spettacolo grazie al suo coinvolgente crescendo di leggerezza e ironia».