BRINDISI – Un concerto nel foyer del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi. Il quarto e ultimo appuntamento del festival “Verdi in Jazz” – in programma venerdì 10 febbraio alle ore 19 – vede protagonista il “Pinturas duo” con Roberto Ottaviano e Nando Di Modugno, una fusione di energia tra un calice di vino e una rotta sonora che valorizza la creatività e la personalità degli artisti in scena. Il biglietto costa 12 euro – disponibile presso il botteghino del teatro e online sul circuito Vivaticket alla pagina bit.ly/3kyGJc2. Il festival è organizzato dal Teatro Pubblico Pugliese e dalla Fondazione Nuovo Teatro Verdi ed è parte integrante dell’offerta del politeama brindisino per la stagione 2022-23, un viaggio trasversale nella vocazione multidisciplinare del teatro. L’ultimo concerto del festival sarà anche un incontro tra la musica e il vino offerto al pubblico da Tenute Lu Spada.
Con la loro grammatica Jazz, i due musicisti disegnano paesaggi e storie immaginarie. I colori si diffondono sopra una infinita tavolozza fatta di musiche celebri, da Ravel a Veloso, da Towner a Shankar, che restano legate all’idea di un messaggio nella bottiglia. Sax e chitarra si intrecciano in un percorso pieno di alchimie e sfumature musicali che spaziano dal Jazz classico alle radici etniche, dalla canzone pura ai grandi classici in un continuo gioco di rimandi, ammiccamenti e divertimento. Due ospiti che vedono nel Jazz un linguaggio chiave, pieno di contaminazioni espressive e libertà di improvvisazione, capace di schiudere inattesi orizzonti musicali.
Voglia di conoscere e giocare con i suoni sono infatti il mantra del “Pinturas duo“. E se il gioco è la cosa più seria al mondo, i due musicisti, da anni amici e colleghi sul palco, si misurano con il loro portato culturale grazie al terreno fertile del Jazz, che diventa strumento per dipingere note, ‘pennello’ con cui raccontare e costruire mondi. Una grande distesa policromatica disseminata di brani celebri, in cui i fiati del sax e le corde della chitarra si intrecciano in una trama fatta di sonorità evocative. L’incontro elettivo che lega i due virtuosi in imprevedibili interplay crea un programma eterogeneo che avanza sul limitare della contaminazione culturale e musicale regalando atmosfere cariche di energia e di vitalità. Un affresco dinamico proiettato al di là dei confini territoriali anche se profondamente allignato nell’archetipo del Sud.
I due artisti non hanno bisogno di presentazioni, considerate le ricche discografie e i numerosi riconoscimenti. Roberto Ottaviano, compositore e sassofonista, vanta studi con maestri di spicco del panorama musicale come Federico Mondelci e Steve Lacy, Bill Russo e George Russell, oltre che una intensa attività concertistica in Europa, Stati Uniti, Israele, Brasile, Messico e Asia, assieme a collaborazioni con alcuni dei più importanti musicisti di caratura internazionale. Una carriera anche da didatta a Woodstock in Usa, al Conservatorio di Città del Messico, alla Musikhochschule di Vienna. Dal 1989 Ottaviano è titolare della cattedra di Musica Jazz al Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari. «Con grande tenacia e lungimiranza prosegue nella sua fervida attività di ricerca»: con questa motivazione la giuria di Top Jazz 2022, il referendum annuale indetto dalla rivista Musica Jazz, ha conferito al sassofonista e compositore pugliese il riconoscimento di musicista italiano dell’anno. Ottaviano, da sempre legato a una visione del Jazz quale spazio di sperimentazione senza confini, ha conquistato anche il quarto e l’undicesimo posto come formazione dell’anno con il quintetto Eternal Love e in duo con Alexander Hawkins. «Senza retorica o ipocrisia, il mio impegno, oltre qualsiasi referendum, è sempre stato costante, e per come sono fatto alla mia età, è ancora una battaglia, perché non riesco a scindere il gesto musicale da quello umano prima ancora che sociale, e questa è un epoca in cui faccio sempre più fatica a riconoscermi», ha scritto Ottaviano sui social commentando la notizia. Nando Di Modugno, uno dei chitarristi più rappresentativi della scena classica e Jazz internazionale, è docente di chitarra al conservatorio di Bari e annovera studi con Linda Calsolaro, allieva del leggendario chitarrista spagnolo Andrés Segovia e figlia di Vincenzo, tra i maggiori rappresentanti della tradizione di barbieri-musicisti nel Salento del secolo scorso. La familiarità con la musica d’arte della scuola spagnola e un’appassionata curiosità per la letteratura chitarristica delle varie epoche storiche lo hanno orientato verso una carriera che lo vede al fianco di artisti dello spessore di Nicola Piovani e Fabrizio Bosso e che, in passato, ha incrociato l’universo poetico di Ennio Morricone.