BRINDISI – La stagione del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi volge al termine e la Fondazione lancia una speciale promozione per gli ultimi due spettacoli in cartellone: “Quasi Amici” con Massimo Ghini e Paolo Ruffini (3 aprile) e “Zorro. Un eremita sul marciapiede” con Sergio Castellitto (19 aprile). Chi acquista entrambi i titoli per posti di secondo settore di platea e galleria spende in tutto 20 euro: la promozione è attiva e disponibile soltanto in biglietteria, questa settimana aperta dal lunedì al venerdì, dalle ore 16.30 alle 18.30. Un micro abbonamento 1+1 con gli ultimi due appuntamenti della stagione, un viaggio nel mondo dei rapporti personali e sociali con interpreti d’eccezione della scena nazionale. Info 0831 562 554 e botteghino@nuovoteatroverdi.com.
“Quasi Amici”. Tratta dall’omonimo film francese del 2012 di Eric Toledano e Olivier Nakache, con l’adattamento e la regia di Alberto Ferrari. La brillante coppia formata da Massimo Ghini e Paolo Ruffini fa rivivere con brio l’emozionante storia interpretata sul grande schermo da Francois Cluzet e Omar Sy: quella della grande amicizia nata casualmente tra due uomini molto diversi per carattere ed estrazione sociale, che trovano insieme il modo di cambiare le rispettive vite, diventando l’uno indispensabile all’altro e lenendo la ferita fatale che ognuno porta dentro di sé. Perché entrambi possiedono qualcosa che può e deve essere donata: la leggerezza. Una storia importante, di quelle che meritano di essere condivise e raccontate anche con il linguaggio delle emozioni più profonde: quello teatrale.
“Zorro. Un eremita sul marciapiede”. Un vagabondo che ripercorre la storia della sua vita e delle scelte che lo hanno portato a vivere sulla strada e, nel mentre, riflette sul significato della vita. Un uomo ai margini della società capace di vedere la realtà osservando la vita delle persone comuni che vivono in uno stato di quotidiana normalità. Capace di restituire attraverso una sorta di “filosofare” allegro e indefesso il “sale della vita”, la complessità e l’imprevedibilità dell’esistenza. Uno spettacolo tragicomico ed emozionante tratto dall’omonimo romanzo breve di Margaret Mazzantini, pubblicato nel 2004 e già portato – ed ora, riportato – in scena da Sergio Castellitto. Protagonista un antieroe senza maschera, un po’ chapliniano, ferito dalla vita, che galleggia su se stesso nel mare degli altri: la strada. «Il dramma si fa commedia nella clownerie dell’esistenza. Vita e teatro stanno su un unico proscenio di segni e l’attore si fa cascare addosso il mondo, si trascina in testa il sipario, e lì sotto ci siamo tutti noi…». È la storia della parabola terrena di chi è appartenuto al mondo dei cosiddetti normali, integrato nel contesto sociale, per poi cadere nel baratro senza tuttavia mai perdere la dignità. Eppure la sua storia conserva anche venature ironiche, almeno a teatro. A modo suo, Zorro è un filosofo. Ha la saggezza di chi, non avendo più niente da perdere, sa mettere la giusta distanza tra sé e il mondo. Trovandolo spesso ridicolo, assurdo, più fuori asse di quanto lo sia lui, barbone buttato sulla strada che riesce a guardare lontano.