LECCE – “Dentro, il teatro”: è questo il titolo della rassegna teatrale che si svolgerà all’interno della Casa circondariale di Lecce dal 27 aprile al 22 giugno.
La rassegna è organizzata da AMA, Accademia Mediterranea dell’Attore, diretta da Franco Ungaro, in collaborazione con Università del Salento e Dams Salento.
La programmazione degli spettacoli, aperti al pubblico, prova a mantenere un legame tra il dentro e il fuori del carcere, pensando soprattutto al futuro dei detenuti fuori dalle mura e al loro reinserimento sociale.
‘Le attività teatrali nella Casa Circondariale di Lecce – afferma la direttrice Mariateresa Susca – sono diventate ormai parte integrante della formazione culturali dei detenuti, grazie soprattutto all’impegno costante e generoso degli attori e operatori professionisti dell’Accademia Mediterranea dell’Attore. L’impatto che il teatro produce sul benessere fisico e psichico dei detenuti è sotto i nostri occhi e l’avvio di una programmazione di spettacoli aperta anche al pubblico esterno aggiunge ulteriori benefici in termini di opportunità per l’inserimento sociale dei detenuti’.
Cinque gli spettacoli in programma proposti da attori e attrici salentine come Fabrizio Saccomanno, Angela De Gaetano, Lorenzo Paladini con un ospite straordinario l’attore-mago Sergio Bini, in arte Bustric, e un’anteprima assoluta lo spettacolo LA REGINA RESTA che vede in scena i detenuti di Borgo San Nicola.
Le prenotazioni sono già aperte e consigliamo di farlo al più presto perché il numero dei posti è limitato. La prenotazione si effettua scrivendo una mail a info@accademiaama.it, completa dei propri dati anagrafici, entro e non oltre il 15 aprile.
L’inizio degli spettacoli è alle ore 17 per cui gli spettatori sono tenuti a presentarsi all’ingresso entro le ore 16,15. Per informazioni chiamare il numero 389-4424473 e/o consultare il programma sul sito
Il programma si snoderà con il seguente calendario:
Giovedì 27 aprile ore 17
Il circo delle pulci di e con l’attore-mago Bustric
Si tratta di uno spettacolo di magia e circo contemporaneo, racchiuso in una piccola valigia, dove anche le grandi illusioni diventano minuscole. Lo spettacolo è un gioco di prospettive tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande: può accadere che una pulce si tuffi in una tazzina di caffè, piccola per noi ma così grande per lei che la scena si trasformi in abisso marino, svelandone segreti e misteri. Bustric è uno dei maggiori interpreti del Nuovo Circo contemporaneo, oltre che autore, regista e attore in teatro con lavori rappresentati in tutta Europa, Somalia, Cile, Uruguay, Brasile, Argentina, America del Nord, attraverso la magia, la pantomima e la giocoleria il racconto.
Giovedì 4 maggio ore 17
Bocche di dama di e con Angela De Gaetano
Una storia d’amore e di violenza. Margherita, alla vigilia del suo matrimonio, sola nella sua stanza, non riesce a prendere sonno. Mentre aspetta l’alba, i suoi pensieri scivolano in una storia d’altri tempi: la storia di due ragazze adolescenti che per lunghissimo tempo hanno coltivato il loro legame solo attraverso sguardi da lontano… fino al giorno in cui decisero di scappare via da tutto. Nella storia, ambientata negli anni ’50, si intrecciano ambizioni, invidie tra famiglie, teneri legami, preparativi, pranzi della domenica. Su tutto aleggia la mitica figura di un’anziana donna, che custodisce un nastrino colorato e un segreto. L’opera è un omaggio a tutte le cose belle che il tempo si porta via. Dedicata a chi, per difendere il rispetto della diversità, dell’onestà e dell’amore, opera scelte forti o piccoli gesti nel quotidiano.
Giovedì 25 maggio ore 17
Jancu un paese vuol dire
Testo di Francesco Niccolini e Fabrizio Saccomanno
diretto e interpretato da Fabrizio Saccomanno
produzione Ura Teatro
Questo è il racconto di una giornata. Una domenica dell’agosto del 1976 in cui la grande Storia, quella con la S maiuscola, invade la vita e le strade di un paese del Salento. Un famoso bandito, Graziano Mesina, fuggito dal carcere di Lecce due giorni prima, è stato riconosciuto mentre si nasconde nelle campagne del paese. Inizia così una tragicomica caccia all’uomo che coinvolge un po’ tutti, bambini compresi. Ma questo non è solo il racconto di una giornata. È il racconto di un’infanzia e degli inganni e le illusioni che la circondano. Ed è soprattutto il racconto di un’epoca. Attraverso gli occhi di un bambino di otto anni viene ricostruito il mosaico del ricordo: uno strano e deformato affresco di quegli anni nel profondo Sud. Un sud che oggi non c’è più, piazze e comunità che si sono svuotate e si sono imbarbarite, o sono state svendute.
Domenica 11 e lunedì 12 giugno ore 17
La regina resta
Testi originali e interpretazione: Francesco Alfonzetti, Angelo Fago, Giovanni Lupoli,
Giovanni Volpe (Compagnia Papillon Teatro)
Regia di Lorenzo Paladini
Drammaturgia a cura di Benedetta Pati
Produzione AMA – Accademia Mediterranea dell’Attore
Questo gioco si basa sul sacrificio. Morire. Morire per un re. Si muore per un re, ma si vive per una regina. Il tempo misura gli istanti che passano nell’attesa. Secondi, giorni, millenni, sono soltanto
definizioni che attribuiamo ad un concetto non meglio identificabile. Sebbene arbitrario, comunque è un sistema necessario. In questa zona grigia si muovono le figure protagoniste alla ricerca di un tesoro perduto da tempo, una madre-regina sovrana di un sentimento che sembrano aver dimenticato.
Generare vuol dire mettere al mondo un’idea complessa, piena di contraddizioni e mai
banale, ma vuol dire anche assumersi delle responsabilità nei confronti del mondo e della
stessa creatura generata. Bisogna avere pazienza, ma una madre sa aspettare. E resta,
sempre, nonostante tutto.
Note di regia:
“Madre, ammirami.” Così gli attori esordiscono in questo non luogo. Nella loro semplicità
indagano profondamente il tema dell’essere genitore, inteso come forza generatrice che
smuove gli elementi dell’universo. I detenuti-attori scrivono, chiedono e cercano risposte a
domande che da sempre non trovano risposta: cosa vuol dire generare? Cosa porteremmo
nel nostro ideale, perfetto e perfettibile universo?
Perfezione, memoria, conflitto, conoscenza. Quattro idee, quattro voci, quattro anime e
quattro ombre. Un lavoro estremamente semplice in netto contrasto con la natura complicata
dei temi portati in scena. Il simbolismo dei gesti e della scena guida i protagonisti in un
viaggio personale alla scoperta di un futuro che stenta ad arrivare, intrappolati in un istante
temporale che sembra chiudersi su se stesso.
Come direbbero gli stessi attori, sono gli spettatori ad entrare nel loro mondo, rispettandone
le regole. “Sono visitatori, forse ora ci ascolteranno davvero.”
Giovedì 22 giugno ore 17
Andrea/Prima mia parola
Di e con Lorenzo Paladini
Produzione Accademia Mediterranea dell’Attore
Andrea conosce il mondo e ne esplora i dettagli attraverso i libri. Vive la vita nascosto nel rifugio della sua mente, senza certezze o punti di riferimento. I ricordi ingombranti e le parole dei suoi autori preferiti sono la sua unica compagnia.
Andrea è circondato dal silenzio, ma dentro di sé melodie e poesie si susseguono senza mai fermarsi. La paura e le incertezze dominano la sua vita, finché non prova, almeno una volta, a leggersi.
Andrea è un ragazzo autistico di 27 anni. La sua condizione, mai espressa e mai indagata, lo porta ad esplorare le profondità del proprio mondo, con le incomprensioni e le conflittualità che ne derivano. Ingenuo e sensibile, cerca in punta di piedi di raggiungere sè stesso, e ciò che credeva di aver perso.