LECCE – A Lecce c’è anche un luogo magico, suggestivo e segreto: il Teatro Romano, che placidamente vive nel centro storico della città, protetto e nascosto dai palazzi che nel corso dei secoli hanno vegliato sulla sua cavea.
Sicuramente è meno famoso e più pacifista di suo fratello l’Anfiteatro Romano che si trova proprio in piazza Sant’Oronzo, una vera star, fotografatissimo oggetto di polemiche a partire da Dicembre di ogni anno, ma nulla ha da invidiargli (neppure le polemiche).
Al Teatro Romano non ci si arriva per caso: bisogna volerci andare, bisogna avere quella sana curiosità che spinge a desiderare di perdersi per le vie di una città con gli occhi vigili e il passo attento.
Il Teatro Romano di Lecce è grande, un monumento maestoso e potente di cui però, è visibile solo una parte perché dal I secolo D.C., periodo a cui viene fatta risalire la sua edificazione, di cose ne sono cambiate e come sempre accade, la storia viene sepolta sotto terra per far posto al presente.
Oggi del Teatro Romano possiamo ammirare la cavea, suggestiva e accogliente, dove è possibile prendere posto quando, soprattutto in Primavera vengono organizzati concerti e spettacoli.
Pochi, a dir la verità, ma pur sempre meglio di niente, pur sempre meglio di quando di questo gioiello erano a conoscenza spacciatori e sbandati che col favore del buio lo avevano reso un luogo in cui il degrado regnava sovrano.
Nel Teatro Romano potevano entrare più o meno 5mila spettatori, affamati di vita, pronti a ridere, commuoversi o indignarsi, certamente non avevano contezza della meraviglia che avevano edificato, ma i leccesi di oggi forse sì, forse col tempo, dal lontano 1929, quando per puro caso alcuni operai si imbatterono in un pezzo di storia, qualcosa è cambiato e passo dopo passo, nonostante qualche errore e un po’ di pressappochismo, si può dire che questo Teatro ce lo meritiamo ancora.
Non è certo un caso se ad oggi risulta essere l’unico in Puglia.
Siano quindi concessi un po’ di numeri: 75,20 m di diametro la cavea e 6,15 metri di larghezza per 31,80 metri di lunghezza il palcoscenico tuttora visibile, su cui un tempo era posizionata una pedana in legno, come dimostrano gli incassi trasversali.
Per chi volesse saltare a piè pari nel passato, la strada di accesso al teatro è Via Arte della Cartapesta o Via Theutra, perché si sa che a Lecce non esiste mai una sola via per arrivare in un posto (fisicamente e metaforicamente).
Prima di entrare, meglio soffermarsi in quello che può senza dubbio essere considerato l’anticamera della storia: il Museo del Teatro Romano, in via Degli Ammirati, dove sarà possibile ammirare alcuni reperti rinvenuti durante gli scavi, maschere teatrali provenienti dalla Villa Adriana a Tivoli e un plastico che ricostruisce Lecce in età imperiale romana.
Un consiglio: una volta varcato l’accesso alla cavea, dopo aver scattato foto e selfie di rito, sedersi su uno dei gradoni e tacere per almeno 5 minuti (se ci si impegna si può arrivare anche a 10, ma se si perde cognizione del tempo nessuno si indignerà) godendo del miracolo del passato che tende la mano al presente.
di Claudia Forcignanò