RUVO DI PUGLIA (Bari) – Dopo il successo del prologo svoltosi lo scorso weekend, da giovedì 29 giugno a domenica 2 luglio, a Ruvo di Puglia, andrà in scena il primo fine settimana di programmazione della terza edizione de LE DANZATRICI en plein air, il festival di danza contemporanea diretto da Giulio De Leo, realizzato daCompagnia Menhir con il sostegno di Ministero della Cultura (FNSV 2022-24), Regione Puglia, Comune di Ruvo di Puglia e in collaborazione con Teatro Pubblico Pugliese.
Un weekend di performance realizzate con la comunità e di spettacoli di respiro internazionale, grazie alla partecipazione, tra le altre, delle compagnie DIN A 13 tanzcompany [GER], Olivia Court Mesa [CIL/ISR], Gjergj Prevazi [ALB], Albanian Dance Theatre Company [ALB], Palindrome Dance Company [GER/ITA]. Una programmazione, inoltre, in cui centrale è la danza come espressione di umanità e fusione tra città, corpo, radici e cultura, secondo una chiave di lettura volta alla promozione dell’accessibilità nei confronti di persone e artisti con disabilità, grazie anche allo speciale contributo che, per questa edizione del festival, giunge proprio dalla compagnia tedesca “mixed able” DIN A 13 tanzcompany. Diretta da Gerda König e composta da artisti con disabilità e normodotati, la compagnia aveva già realizzato un lavoro di residenza a Ruvo di Puglia lo scorso ottobre, culminato con uno spettacolo ospitato nella Cattedrale e, venerdì 30 giugno porterà in scena, in prima nazionale, lo spettacolo TechNOlimits.
La programmazione parte giovedì 29 giugno alle ore 10 e alle ore 11 nel Museo del Libro – Casa della Cultura di Ruvo di Puglia con HOW TO_just another Boléro della compagnia italiana EM+, per la sezione Mitologie. Concept, coreografia e performance di Emanuele Rosa e Maria Focaraccio. HOW TO _ just another Boléro è un duo creato sulle celeberrime note del “Boléro” di Ravel, in cui diciotto effimere immagini si plasmano l’una nell’altra, cercando un proprio spazio vitale. I due performer, come animali in cattività, sono forzatamente costretti in una gabbia priva di sbarre, divenuta familiare e casalinga. Alla stregua di animali addomesticati e dipendenti l’uno dall’altro, sono osservati dall’esterno, come principali attrazioni di uno zoo. “HOW TO _ just another Boléro” vuole diventare un ritratto degli odierni tentativi di reimparare come ci si comporta, come ci si tocca, come si coopera, come ci si aiuta, come ci si ama tra toni a volte drammatici e a volte ironici.
A seguire, venerdì 30 giugno alle ore 10 e alle ore 19, nell’Ex Convento dei Domenicani (il cui piano terra è stato riaperto al pubblico per l’occasione grazie alla collaborazione del Comune di Ruvo di Puglia), andrà in scena la prima nazionale di TechNOlimits, idea e coreografia di Gerda König e Gitta Roser della compagnia tedesca DIN A 13 tanzcompany. Il luccicante e trasparente mondo delle possibilità digitali seduce i nostri sensi e ci scaraventa nella scintillante distanza e in accecanti dimensioni. I nostri dati vengono rapidamente intrecciati in un’intelaiatura che si estende ben al di là dei confini della nostra immaginazione. Spazio e tempo si espandono nell’infinità ed evaporano nelle illusioni, suscitando calmi sorrisi di soddisfazione e promettendo la realizzazione di tutti i nostri desideri e brame. Microchip e sistemi d’impianto sono inseriti nei nostri organismi per migliorare i parametri del nostro stato di salute. Sofisticate gambe controllate da microchip e braccia di protesi microelettriche aprono a nuovi orizzonti, verso le potenzialità ancora non concepite delle “abilità fisico-tecniche”. L’idea di una norma ideale si manifesta e il nostro microcosmo quotidiano muta in un mondo di irrefrenabili possibilità. La finzione diventa realtà così come esseri umani “ibridi” sono creati a partire dalla norma ideale. Uno spettacolo unico, che gode del sostegno della rete nazionale tedesca di promozione della danza contemporanea NPN – Nationales Performance Netz e dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma.
Sabato 1° luglio, primo spettacolo alle ore 12 nella Sala Carrante della Scuola Bovio con Music in Between delle compagnie Borderlinedanza (ITA) e Gjergj Prevazi (ALB). Nella relazione di coppia c’è sempre uno spazio uguale che interdipende l’equilibrio tra i partners. La musica come arte informale spesso riempie il nostro vuoto indefinito, generando emozione, energia, intensità e ovviamente fantasia. I suoni con i loro effetti sul nostro corpo e sulla nostra anima fanno parte della nostra stessa esistenza. Succede che sentiamo di più quella che il grande compositore americano John Cage chiamava “la musica del silenzio”.
Nel pomeriggio, alle ore 19, lo stesso ex Convento dei Domenicani ospiterà Duetto inoffensivo, della compagnia italiana MM Contemporary Dance Company, estratto da Rossini Cards: un duetto appassionato e intenso, a firma di Mauro Bigonzetti. Nelle due donne in scena c’è condivisione, intesa, ma anche disaccordo, e ritroviamo condensati i caratteri e le storie di più personaggi femminili. Dal loro incontro, in un ripetersi e alternarsi continuo di complicità e conflitto, ne nasce uno scambio di energie, sentimenti ed emozioni legate alle delusioni d’amore.
A seguire, alle ore 19.15, nella stessa sede andrà in scena Sorry, I have Rehearsal dell’Albanian Dance Theatre Company (Alb), concept e coreografia di Gjergj Prevazi. Sorry, I have rehearsal è il risultato di una ricerca sperimentale sul tema della prova come azione finale della curiosità dell’essere umano che lo spinge verso nuove scoperte. La prima azione di Eva con Adamo ci ha resi mortali ma ha anche aumentato la nostra curiosità nel chiedere di più, nello sperimentare di più, nel provare di più. Specialmente nella danza, ‘provare’ rappresenta sicuramente una parola chiave che ci accompagna per tutta la vita artistica. Tre giovani danzatori e performer mettono alla prova loro stessi, attraversando turbolenze emotive e creando sinergie alternative per avvicinarsi il più possibile alla loro verità. Cercano di scoprire nuove relazioni non solo tra loro stessi ma anche con il proprio corpo, con lo spazio, la musica, quindi con il mondo che li circonda. Questa performance si fa portatrice di una verità umana e di una verità in via di definizione. La danza è incapace di mentire…succede adesso, qui.
Alle ore 20.00, sarà la volta di Skrik, della stessa MM Contemprary Dance Company, in anteprima nazionale. Il nuovo lavoro di Adriano Bolognino si ispira al dipinto L’Urlo di Edvard Munch, opera che ha portato il coreografo a indagare il tema della tragedia, dell’angoscia e della piccolezza dell’uomo nell’immensità dell’universo. Spiega lo stesso coreografo: “Il grido sordo del quadro – di cui ho deciso di conservare il titolo norvegese ‘Skrik’, che fonicamente riporta ad un suono sgradevole, un urto, una scossa – sembra deformare il paesaggio donandoci instabilità e paura, conservando comunque la sua immensa bellezza. Aggrappandomi a questo dualismo che sento vicino, ho voluto creare un momento danzante che possa essere un accumulo senza fiato di tutto il malumore di questi ultimi anni, ma anche arrivare agli occhi del pubblico come una cascata rigeneratrice.”
La quarta giornata del primo fine settimana di programmazione, domenica 2 luglio, si apre alle ore 19 nell’ex convento dei Domenicani, con la prima nazionale di Zusammen_Studio della compagnia italo-tedesca Palindrome Dance Company, per la sezione Scavi. Una performance realizzata con la comunità, nell’ambito di un percorso di sensibilizzazione e promozione del pubblico parte del laboratorio permanente del festival sviluppato in collaborazione con II Circolo Didattico “San Giovanni Bosco” di Ruvo di Puglia. Zusammen nella lingua tedesca significa insieme. È insieme agli amici che si fanno le scoperte più sorprendenti, si vivono avventure inaspettate; è insieme agli amici che si conosce il mondo e s’impara a conoscere meglio se stessi. È nello sguardo di un’amica e/o di un amico che si trova l’alleanza, la solidarietà e la complicità. Zusammen è un’esplorazione collettiva che attraverso il corpo e le sue infinite possibilità di movimento ed espressione indaga le forze e le dinamiche che forgiano questo antichissimo e multiforme sentimento.
A seguire, alle 19.20, nella stessa sede andrà in scena lo spettacolo Piano solo corpo solo delle compagnie italiane Mo-wan teatro e Nina, coreografia, danza e set Claudia Caldarano. Piano Solo Corpo Solo è un concerto per “piano solo” e una danza per “corpo solo” nato in tempi di isolamento e di mutazioni sociali in cui abbiamo sentito violati i nostri corpi e la nostra libertà. Perciò con questa performance si cerca di toccare e di essere toccati dalle reciproche intimità e solitudini e di uscire dalla distanza di sicurezza, dalla zona di confort, da quel gioco protetto e imprigionante dove ogni parola è morta in partenza. Insieme, si cerca di essere in un “corpo a corpo” “faccia a faccia col caos”, per mettere in discussione la precisione delle partiture attraverso l’improvvisazione per “cogliere l’attimo”, per percepire che ogni attimo è un “ultimo attimo”. Così tra danza e musica avviene un abbraccio, un gesto che fissa nell’attimo, l’ultimo attimo, nell’istante, il duraturo.
Infine, alle ore 20, nello stesso ex convento dei Domenicani, la prima nazionale dello spettacolo I Carry, you hold della compagnia cilena israeliana Olivia Court Mesa. Uno spettacolo presentato in anteprima nel novembre 2019 nell’ambito del “Curtain Up Festival” in Israele, ottenendo il premio Best Dance Performers 2022 dal Ministero di Cultura d’Israele e successivamente il premio RIDCC(Rotterdam International Duet Choreographic Competition). Due performer in scena, un uomo e una donna, interagiscono in uno spazio intransigente di azioni fisiche: il rapporto tra loro viene scosso e costantemente riformulato, fino a far scomparire ogni tipo di gerarchia. I loro corpi si incontrano mantenendo indipendenza, si ascoltano reciprocamente, prendendo coscienza di una fisicità “altra” dalla propria e creando un equilibrio in cui non c’è vittoria o sconfitta. Uno spettacolo di contact improvisation dalla notevole forza espressiva.
Terminerà così il primo weekend di programmazione della terza edizione del Festival LE DANZATRICI en plein air che, fino al prossimo 9 luglio, intende aprire una riflessione sul tema dell’archeologia della danza: una vera e propria indagine antropologica sull’origine del gesto, sulle stratificazioni e sedimentazioni di memorie, sui retaggi culturali e le esperienze che modellano la dimensione personale o collettiva attraverso spettacoli, performance, laboratori ed eventi collaterali, a partire dall’incontro e dal dialogo con le comunità del territorio.