Il premio Oscar venerdì 25 agosto a Mola di Bari Piovani, “Note a margine” con i disegni di Milo Manara

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MOLA DI BARI – Grande musica con Nicola Piovani, il premio Oscar autore di tante indimenticabili colonne sonore, di scena in versione trio, venerdì 25 agosto (ore 21.30), nell’Arena del Castello di Mola di Bari, per l’Agìmus Festival, che dedica l’appuntamento di chiusura a Giovanni Padovano, indimenticato presidente della storica associazione.

Seduto al pianoforte, Piovani propone con la sassofonista Marina Cesari e il contrabbassista Marco Loddo il recital «Note a margine», racconto autobiografico commissionatogli dal Festival di Cannes nel 2003 col titolo «Leçon concert»: un avvincente racconto di teatro musicale, con le immagini del celebre fumettista Milo Manara.

Piovani è un musicista che nella sua lunga e prestigiosa carriera può vantare un numero sterminato di collaborazioni e incontri, umani e professionali, con i più importanti autori del cinema italiano e internazionale degli ultimi decenni. Vincitore del Premio Oscar nel 1999 per la colonna sonora del film di Roberto Benigni «La vita è bella», in questa «lezione» Piovani condivide con il pubblico esperienze, ricordi ed emozioni di oltre quarant’anni di carriera, da quando giovanissimo scriveva le musiche per i cinegiornali nella facoltà di Filosofia insieme a Silvano Agosti all’esordio nel mondo del cinema prima delle collaborazioni importanti con Marco Bellocchio e Mario Monicelli, i fratelli Taviani e Nanni Moretti. Quindi, il rendez-vous con Federico Fellini e la realizzazione delle colonne sonore degli ultimi tre film del grande cineasta romagnolo, «Ginger e Fred», «L’intervista» e «La voce della Luna», per il quale Fellini volle Benigni come protagonista.

Sulla scia di ricordi e aneddoti, Piovani ripercorre, dunque, gli incontri che hanno segnato la propria carriera. Quello con Fellini, per l’appunto, ricordato con affetto nelle sue tante piccole manie, e la collaborazione fraterna con Vincenzo Cerami. E nel vortice di questi racconti in musica Piovani si perde tra le memorie d’infanzia quando rammenta come il suono delle campane del convento delle suore di Ivrea gli avessero ispirato anni dopo il motore creativo del «Bombarolo» di De André. E poi descrive la gioia infantile che gli procurava il suono lontano della banda del paese, rievocato nel brano appositamente scritto per accompagnare gli ingressi in scena di Roberto Benigni, che viene omaggiato con una commovente versione di «Quanto t’ho amato». Insomma, un affresco di esperienze di vita, tra musica, cinema e teatro, che Piovani ripropone in trio accompagnandosi al pianoforte. Perché, sottolinea l’artista, «non ricordo un solo momento della mia vita in cui non ci sia stata la musica».

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