ACQUAVIVA DELLE FONTI (Bari) – Bruno Gambarotta rende omaggio ad Ennio Morricone in un raffinato concerto-racconto intitolato «Tra mito e magia» che segna la ripresa della Stagione concertistica 2023 dell’associazione Colafemmina dopo il recente Concorso pianistico internazionale. L’appuntamento è per venerdì 3 novembre (ore 20) nella Sala Colafemmina di Palazzo de Mari, ad Acquaviva delle Fonti, dove con la sua garbata ironia, Gambarotta guiderà l’ascoltatore nella produzione di uno dei musicisti italiani più amati di sempre, scomparso nel 2020. La flautista Elena Cornacchia e il pianista Giorgio Costa saranno compagni di viaggio del popolare giornalista-conduttore, le cui doti di narratore, comico e intrattenitore vennero fuori grazie ad Adriano Celentano e al suo «Fantastico» del 1987.
Attraverso le opere più suggestive di Morricone, Gambarotta racconterà e commenterà preziosi aneddoti della vita del compositore. Si ascolteranno brani celebri che hanno «dipinto» gli spaghetti western di Sergio Leone (da «C’era una volta il West» a «Giù la testa»), ci si immergerà nelle magiche atmosfere di «Mission» e le tinte più moderne di «Nuovo Cinema Paradiso», ma si scoprirà anche il Morricone più inaspettato, vale a dire l’autore di indimenticati brani come «Here’s to You» (cantata da Joan Baez) e «Speranze di libertà». Sarà un crescendo di emozioni e nitida nostalgia in un’atmosfera intima e sognante, un po’ come tornare indietro ai tempi in cui il cinema (e la sua musica) erano ancora magia.
Tra l’altro, Morricone aveva instaurato da tempo un rapporto speciale con la Puglia. Nel 2019, durante il Bif&st, aveva ricevuto le chiavi di Bari, città nella quale aveva trovato sponda per far diventare musica da concerto le proprie colonne sonore. Era il tempo delle notti magiche dei Mondiali di calcio del ‘90. Tra le manifestazioni collaterali c’era Time Zones, il festival delle musiche possibili fondato da Gianluigi Trevisi. E fu proprio l’organizzatore barese a convincere Morricone a lanciarsi in un progetto che gli avrebbe portato una straordinaria fortuna. Senza dimenticare che tra i fedeli collaboratori avuti dal maestro negli ultimi vent’anni c’è stato il chitarrista Rocco Zifarelli, nato a Cisternino ma cresciuto a Casamassima.
Morricone sperimentò molto nel mondo del cinema. Per farsi un’idea, basterebbe ascoltare le colonne sonore dei primi cult movie di Dario Argento e altri registi meno noti del thriller all’italiana. Smise solo per non rischiare di rimanere tagliato fuori. Ma anche nelle colonne sonore più famose non rinunciò a utilizzare strumenti inusuali o non convenzionali, come la voce astratta di Edda Dell’orso in «C’era una volta il West», l’inconfondibile fischio di Alessandro Alessandroni in «Per un pugno di dollari» e il flauto di pan in «C’era una volta in America», tutti capolavori cinematografici del grande Sergio Leone che devono parte della loro fama proprio alle musiche di Morricone.