PUGLIA – Tra le migliori formazioni di musica antica in circolazione, l’Ensemble Orfeo Futuro continua ad allargare i propri confini divulgativi, dopo l’apogeo raggiunto con la Biennale Musica di Venezia nel 2019. E per il festival Anima Mea, del quale è formazione in residence, propone due appuntamenti dedicati ai Corali di Bach con il progetto «Soli Deo Gloria» in programma venerdì 10 novembre (ore 20) nelle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie e sabato 11 novembre (ore 20) nella chiesa del Purgatorio di Palo del Colle.
Organico a geometria variabile, l’Ensemble Orfeo Futuro vede per l’occasione coinvolti Angelica Disanto (soprano), Luciana Elizondo (soprano di viola), Antonella Parisi (tenore di viola), Gaetano Simone (basso di viola), Gioacchino De Padova (violone) e Carlo Maria Barile (organo) in un programma interamente incentrato su composizioni di Bach, massimo esponente nella pratica del Corale, canto di origine popolare che nella Chiesa tedesca si afferma per impulso di Martin Lutero, dopo la Riforma che porta il suo nome.
L’obiettivo è modernizzare la pratica liturgica e renderla più vicina alle masse. E anche se con Bach intervengono la sapienza dell’improvvisazione all’organo e il contrappunto della tradizione musicale tedesca, il Corale mantiene nella linea di canto il contatto col «popolare» sollecitato da Lutero. «Il caleidoscopio delle fughe, delle imitazioni, dei procedimenti espliciti o enigmatici, la scienza dei canoni – spiega Gioacchino De Padova – diventano il mare dove nuota il canone-delfino, di cui avvertiamo la presenza anche quando si immerge, per poi rispuntare più splendente di prima e tornare ancora una volta ad immergersi nel mare-contrappunto».
Tra gli altri progetti realizzati dall’Ensemble Orfeo Futuro, formazione in residence del Festival Anima Mea di Bari che dal quartetto all’orchestra unisce musicisti italiani e stranieri specializzati nelle prassi esecutive su strumenti storici, si segnalano «Around the Ground», «L’Eredità di Arcangelo», «Dancing Bass», «Amada Esquina», nel quale le musiche del Siglo de Oro spagnolo s’incrociano con la canzone latinoamericana del primo Novecento, e «Insight Lucrezia», opera teatrale da camera con Nunzia Antonino e la regia di Carlo Bruni su un testo originale di Antonella Cilento e musiche elettroniche di Gianvincenzo Cresta.