BARI – Giovedì 23 e venerdì 24 novembre al teatro Bravò di Bari diretto da Angelika Gregucci, si terrà lo spettacolo “Il Misantropo” di Molière, in un singolare adattamento anni ’20, in prosa moderna, della compagnia Scene a cura di Roberto Romeo, regista e attore, con la supervisione di Sarah Pofi, assistente regia insieme a Lucio D’Abbicco.
L’opera originale, scritta dal drammaturgo francese è una commedia in cinque atti che venne rappresentata per la prima volta a Palais-Royal il 4 giugno 1666, con le musiche di Jean-Baptiste Lully. È un lavoro che contiene tratti autobiografici e nasce a seguito degli insuccessi delle pièces di Don Giovanni e de Il Tartufo, ma soprattutto l’abbandono della moglie. Il misantropo rinuncia alla comicità dirompente della maggior parte delle altre pièces per ridicolizzare le convenzioni e l’ipocrisia degli aristocratici francesi dell’epoca, assumendo un tono più serio quando si sofferma sui difetti e le imperfezioni che tutti gli esseri umani possiedono.
“Nella nostra versione – ha spiegato il regista Roberto Romeo – la storia è ambientata nella Parigi anni ’20, per sottolineare la condizione effimera di quei tempi e le maschere dietro cui si nascondono tutti. L’abbiamo snellita nei tempi, riducendola da 5 a 2 atti e abbiamo accorpato alcuni personaggi e ne abbiamo aggiunto uno, scavando nella storia che è alle spalle di questa produzione”.
Questa nuova versione, rappresentata per la prima volta, vedrà in scena Sara Pofi nel ruolo di Céline e in quello di Armande Béjart, Roberto Romeo in Alceste, Francesco Gisotti sarà Oronte, Simona De Santis interpreterà Arsinoé, Mina Albanese nel ruolo di Eliante e Aldo Berardi in quello di Filinto. Il prologo, differente rispetto lo scritto di Molière, sarà incentrato sul nuovo personaggio, mentre il finale, seguendo l’opera originale, si presenterà quasi al pari di una tragedia, nonostante si riesca a far sorridere.
“È una commedia, ma di tutti i lavori di Molière, qui la farsa è in una forma più evoluta. A differenza dell’Avaro o di altri suoi lavori più noti, qui lui ha fatto un’analisi psicologica dei personaggi, che non sono stereotipati. Approfondisce i loro dubbi e li rende umani. Ed è proprio questo il taglio che abbiamo cercato di dare anche noi, suggerisce al pubblico la riflessione su importanti valori come l’onestà, l’amicizia, l’amore”.
A supportare la parte recitata ci saranno le musiche originali di Massimo Abbrescia, brani che abbracciano più generi dagli anni ’20, come il charleston, a suoni più moderni.