Giorno della Memoria: presentato il concerto evento “Conservare la Memoria” in programma il 27 gennaio al Conservatorio Piccinni

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BARI – In occasione della Giorno della Memoria, sabato 27 gennaio, nell’auditorium del Conservatorio Niccolò Piccinni, si terrà il concerto evento “Conservare la memoria, Immagini, musica e storia”, che vedrà la partecipazione di studenti e docenti del Conservatorio di Bari e di artisti esperti del repertorio musicale concentrazionario, la produzione musicale composta nei campi di prigionia o di sterminio, in condizioni estreme di privazione dei diritti fondamentali dell’uomo.

Oltre all’esecuzione di tre partiture in prima assoluta mondiale, alcune composizioni saranno eseguite con il violino Hillenbrand di Auschwitz e, in anteprima assoluta, con il violino, appena restaurato, del musicista prigioniero di guerra Cesare Savino, che suonerà per la prima volta a Bari. Nel corso dell’evento saranno proiettate anche alcune pellicole e audio originali provenienti dai campi di concentramento.

Questa mattina, a presentare l’evento a Palazzo di Città, sono intervenuti il maestro Francesco Lotoro, presidente della Fondazione Istituto di letteratura musicale concentrazionaria e massimo esperto mondiale del tema, il maestro Antonio Tinelli, organizzatore del concerto evento, il presidente del Conservatorio Fabio Diomede, il maestro Corrado Roselli, direttore del Conservatorio, l’assessora alle Politiche educative e giovanili Paola Romano, l’assessore regionale all’Istruzione Sebastiano Leo e Pasquale Martino, presidente provinciale dell’Anpi di Bari.

“Quest’anno, insieme al Conservatorio di Bari, abbiamo voluto coinvolgere le scuole della città non solo per celebrare la Giornata della Memoria ma anche per approfondire la conoscenza della Shoah attraverso la musica prodotta nei campi di concentramento – ha detto l’assessora Paola Romano -. Questo perché riteniamo importante non solo ricordare ma soprattutto far conoscere agli studenti della nostra città ciò che è accaduto in Europa a sei milioni di persone e, attraverso quelle melodie, far loro scoprire la resistenza all’inumanità. Oltre al concerto del 27 gennaio da oggi sono in programma numerosi concerti dedicati alle scuole della città metropolitana con il coinvolgimento di più di 700 studenti. Il Conservatorio di Bari rappresenta un’eccellenza del nostro territorio e ci stiamo impegnando affinché si rafforzi sempre di più il legame tra le scuole e il Conservatorio, perché crediamo la musica sia un elemento fondamentale per la crescita e la riflessione di ognuno”.

“La Regione Puglia ha instaurato da anni una collaborazione significativa con i conservatori pugliesi, riconoscendoli come un’eccellenza nel mondo – ha continuato Sebastiano Leo -. La collaborazione attivata in occasione di questo evento assume una particolare importanza perché offre ai giovani l’opportunità di riflettere su quello che è avvenuto in quel periodo storico. Questo momento rappresenta quindi un’occasione significativa per ricordare, discutere e mantenere viva la consapevolezza nelle giovani generazioni. Siamo sempre più convinti dell’opportunità di coinvolgere attivamente i nostri studenti e il Conservatorio nelle future iniziative”.

“Il 27 gennaio del 1945, 79 anni fa, rappresenta una data fondamentale per la storia dell’umanità: con l’arrivo dell’esercito sovietico nel campo di Auschwitz non solo fu fermato l’eccidio ma venne rivelato al mondo uno sterminio del quale nulla si sapeva – ha evidenziato Pasquale Martino -. Quel giorno testimonia anche che nel dramma di quella guerra è esistita una Resistenza da parte dei Paesi, dei popoli, di civili e partigiani. La musica concentrazionaria assume anch’essa un ruolo di testimonianza, la più nobile, perché documenta che, anche negli inferi, negli abissi più inimmaginabili cui l’essere umano veniva ridotto da quel sistema scientifico di persecuzione, l’animo umano si opponeva e resisteva. La musica diventava così una forma di resistenza, un atto di creazione umana e di affermazione dell’irriducibilità dell’essere umano a quel degrado”.

“Artisti ed esperti del repertorio musicale concentrazionario sono tutti pugliesi e questo è un gran vanto per la nostra regione e per il Conservatorio di Bari – ha sottolineato il maestro Corrado Roselli -. Tra i quattordici brani in programma saranno eseguite tre partiture in prima mondiale. Inoltre, alcune composizioni saranno eseguite con il violino Hillenbrand di Auschwitz e, in anteprima assoluta, con il violino del musicista prigioniero di guerra Cesare Savino, appena restaurato, che per la prima volta al mondo suonerà proprio a Bari”.

“Sono particolarmente grato al Conservatorio di Bari e a tutti coloro che si sono impegnati nell’organizzazione di questo concerto per aver dimostrato una grande sensibilità verso un patrimonio musicale straordinario sul quale stiamo lavorando da anni per sottrarlo all’oblio e consegnarlo al pubblico di oggi e di domani – ha detto Francesco Lotoro -. Recuperare questa musica non significa aver salvato la vita di quei compositori, sicuramente non quella fisica, può però significare rendere giustizia alla vita dell’intelletto, del cuore. Resta il fatto che questa musica, invece, ha salvato noi, in tutti i sensi. Questa musica, pur storicamente riconducibile a un passato che, a seconda dei luoghi di prigionia dei musicisti, si colloca tra i sessanta e gli ottant’anni fa, va idealmente proiettata nel futuro, anzi possiamo dire che non basteranno intere generazioni ad assimilare un patrimonio di migliaia e migliaia di partiture.”

“Presentiamo oggi un evento che presenta molteplici aspetti di interesse artistico e storico – ha concluso Antonio Tinelli -: per alcune esecuzioni saranno utilizzati due violini restaurati che provengono dai campi di concentramento e i contributi filmici e audio potranno condurre il pubblico in una dimensione emotiva di particolare intensità. Ritengo che l’evento collimi con la risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, che ha portato a celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio al fine di mantenere sempre vivo il ricordo di ciò che è stato affinché non avvenga mai più”.