MOLFETTA (Bari) – Una cantante con una voce «senza filtri», per parafrasare il titolo di un suo album di successo, «No filter». Lei è Karima, interprete che si muove con grande eleganza tra pop, soul e jazz, attesa protagonista sabato 24 febbraio (ore 20) nell’auditorium Regina Pacis di Molfetta per l’inaugurazione della nuova stagione della Fondazione Musicale «Valente» firmata dal neodirettore artistico Pietro Laera con il cartellone «Kaleidos ’24 – Infinite Possibilità», iniziativa sostenuta da Ministero della Cultura, Regione Puglia e Città di Molfetta.
Con il progetto «Lifetime» Karima si racconterà accompagnata dal pianista Piero Frassi, autore degli splendidi arrangiamenti, e percorrerà un viaggio emozionale nei ricordi legati al personale rapporto con la musica, fedele compagna di vita. E per farlo Karima proporrà i brani che più hanno segnato il suo percorso artistico, tra i quali spiccano «Lullaby of Birdland», primo pezzo cantato per una jam session quando aveva soltanto diciotto anni, e poi «Greatest Love of All» dell’amata Whitney Houston, oltre a «Lately» di Steve Wonder. Tre hit che già da sole sono in grado di tracciare l’identikit della cantante italo-algerina, il cui primo amore è stato il jazz. Anche se non mancano esperienze molto diverse nel presente dell’artista, che mantiene costantemente aperta la porta su quel mondo, esplorato con curiosità e passione.
Insomma, la parentesi del talent «Amici», la celebre trasmissione che la vide protagonista nel 2006, sembra ormai appartenere a un lontanissimo passato. Senza dimenticare, però, che già allora si comprese quanto la sua presenza fosse molto diversa dal profilo degli altri concorrenti. Nome e parà algerini, livornese per nascita e temperamento, Karima venne osannata dalla critica, dalla quale ricevette l’ambito premio dei giornalisti.
Alla fine, ad «Amici» Karima si classificò terza. E dopo un attento lavoro vocale, nel 2009 si presentò a Sanremo Giovani accompagnata sul palco da Burt Bacharach, uno dei massimi compositori americani cui si deve il successo di Dionne Warwick. Subito dopo arrivò un tributo discografico a Bacharach con «Close to You», scelta decisamente controcorrente per un’artista uscita dalla scuola televisiva di Maria De Filippi. «L’incontro con questo gigante della musica mi ha cambiato la vita», ha raccontato in più di un’occasione la cantante, che ritiene il musicista americano tra i più importanti autori al mondo con Ennio Morricone.
Quindi, l’attrazione per il jazz subito dopo l’avventura nel musical «The Bodyguard», ispirato al film cult del 1992 con Whitney Houston, della quale l’artista toscana ha avuto il privilegio di aprire due concerti italiani una volta realizzato il primo disco con il suo batterista e produttore, Michal Baker. Da quel momento si sono aperte altre strade. E Karima ha iniziato ad accostarsi con grande rispetto agli standard jazz (e non solo) resi noti dalle grandi voci del passato, elaborandone una versione tutta sua, su misura per la propria splendida voce.