BARI – Il sindaco di Bari Antonio Decaro e l’assessora allo Sviluppo economico Carla Palone hanno consegnato questa mattina, nell’aula consiliare di Palazzo di Città, una targa di riconoscimento dell’amministrazione comunale a Giovanni Boccia, per i 70 anni di attività della “Pasticceria Boccia”, punto di riferimento per i cultori della tradizione dolciaria barese, da sempre sinonimo di eccellenza e professionalità nel settore.
“Ci sono persone – ha spiegato Antonio Decaro – che attraversano la nostra comunità lasciandovi un segno destinato a durare nel tempo, perché riescono a rappresentare un punto di riferimento per gli altri. Spesso mi capita di dire che i baresi non hanno bisogno di supereroi, ma semplicemente di eroi quotidiani, persone che, con costanza, intelligenza e coraggio, contribuiscono allo sviluppo della società in vari modi, magari proprio aprendo un’attività commerciale. Giovanni Boccia è una di queste persone, che con impegno e sacrificio ha lavorato lasciando una traccia che profuma di lavoro e di qualità: per questo l’amministrazione ha deciso di premiarlo, perché la pasticceria Boccia rappresenta un pezzo di storia della nostra città e nei suoi primi 70 anni ha accompagnato con dolcezza, è il caso di dirlo, i baresi nei momenti più significativi”.
“Oggi è un giorno speciale per noi – ha detto Giovanni Boccia – perché io e la mia famiglia abbiamo attraversato con successo 70 anni di storia della città. Una storia costellata di impegno e sacrificio, che inizia nei primi anni ’50 quando mio padre Francesco partì da Napoli per investire nel nostro territorio portando con sé un metodo innovativo di fare pasticceria. Un uomo eccezionale, un professionista nel suo campo, un artigiano che ha sempre lavorato sodo per offrire ai clienti prodotti di alta qualità. Il suo messaggio, e in un certo senso il nostro segreto, è proprio questo: il rispetto per il cliente prima di tutto”.
“Giovanni – ha commentato Carla Palone – è una di quelle persone che dimostrano che qui a Bari esistono ancora ottimi artigiani. Dico questo con la speranza che le giovani generazioni non dimentichino queste belle tradizioni, e che anzi le portino avanti con una convinzione ancora maggiore”.