Battaglie in Puglia: L’invasione araba e l’Emirato di Bari

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Il IX secolo d.C. vede il consolidarsi della presenza araba in Sicilia, infatti l’isola assume una rilevante importanza strategica poiché costituisce una valida testa di ponte per l’espansionismo islamico verso l’Europa. Nell’anno 839 una flotta muove dall’isola in direzione dell’Apulia che viene invasa malgrado la strenua e disperata resistenza delle milizie bizantine. L’anno successivo Taranto cade, spianando l’avanzata araba in direzione di Bari, la cui posizione rappresenta un’ulteriore base per conquiste future. Sul finire dell’anno un’aliquota di Berberi, originari dell’Egitto e comandati dal loro capo Hablah, giunge nei pressi della città e la pone sotto assedio, tuttavia le possenti mura ne impediscono la presa, costringendo il nemico a ritirarsi. L’assedio, comunque, si protrae sino all’841.

Nell’847 gli Arabi tentano nuovamente di conquistare Bari e, questa volta, ci riescono. Memori del precedente insuccesso, in questa occasione gli invasori scartano la tattica dell’assedio, propendendo per quella della sortita e della sorpresa. Infatti un intero reparto, agli ordini di Halfùn, riescono a penetrare nottetempo nella città attraverso una rete di cunicoli fognari, sorprendendo i Baresi nel sonno e sconfiggendoli. Ha così inizio l’Emirato di Bari. Lo stesso Halfùn è il primo Emiro della città, regnando sino all’853, anno in cui viene ucciso dai suoi stessi uomini. Gli succede Mufarrag ‘Ibn Sallam, anch’egli ucciso nell’857, quindi sale al potere Sawdan, un uomo spietato ma al tempo stesso capace di atti di grande generosità. L’Emirato di Bari termina intorno all’871, in seguito alla riconquista della città, ottenuta dall’Imperatore di Bisanzio Basilio e da quello del Sacro Romano Impero Ludovico.

La forza dell’Emirato risiedeva sicuramente nelle capacità militari dei suoi capi e nella potenza delle loro armi, ciononostante sembra che, a quanto riferito dai cronisti dell’epoca, ci fu anche una tacita complicità dei cittadini che desideravano conoscere i segreti della civiltà araba e garantirsi una valida protezione per i loro commerci con l’Oriente. Da tale dominazione, infatti, i Baresi appresero la capacità di effettuare cambi con monete ed unità di misura diversi, ed impararono l’arte del ricamo. In pochi anni la città si trasformò in una vera capitale araba, cosa dovuta anche al fatto che gli abitanti cominciarono a vestirsi con indumenti analoghi a quelli dei dominatori. Anche l’arte locale risentì degli influssi arabi come testimoniato da alcune decorazioni presenti nella Cattedrale. Fra l’altro venne costruita anche una moschea, probabilmente nei pressi della Cattedrale, di cui oggi purtroppo non resta alcuna traccia.

 

Cosimo Enrico Marseglia