Verso la conclusione la rassegna di spettacoli aperti al pubblico nella Casa Circondariale di Lecce

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Si avvia verso la conclusione DENTRO, IL TEATRO, la rassegna di spettacoli aperti al pubblico esterno  promossa dalla Accademia Mediterranea dell’Attore di Lecce e dalla Casa Circondariale di Lecce.

Venerdì 21 giugno alle ore 17 va in scena L’oro della commedia di e con Flavio Albanese, uno spettacolo sulla storia della Commedia Italiana: un viaggio a ritroso nel tempo che parte dai cartoni animati di Bruno Bozzetto e porta lo spettatore, attraverso la storia politica, sociale e culturale dell’Italia, fino agli albori della Commedia dell’Arte.

Facendo salti a ritroso nel tempo, Flavio Albanese analizza per ogni secolo uno stile e un attore in particolare: il Novecento è dedicato al Varietà e a Petrolini; l’Ottocento è il secolo delle famiglie napoletane, a cominciare da Antonio Petito, famosissimo Pulcinella, fino a Eduardo; il Settecento è il secolo di Goldoni e della sua riforma; infine il Seicento, con la Commedia dell’Arte, permette di scoprire abitudini e tecniche di commedianti come Francesco Andreini (il famoso Capitan Spaventa) e di raccontare il mondo delle maschere e delle compagnie di comici.

 

Grande attesa per il debutto dello spettacolo AMÒR TE con gliallievi-attori di Papillon Teatro, la compagnia formata dai detenuti del carcere di Lecce che hanno frequentato il laboratorio teatrale permanente promosso dal 2019 da  AMA-Accademia Mediterranea dell’Attore.

Lo spettacolo è liberamente ispirato a Le intermittenze della morte di Josè Saramago che parte da una domanda: cosa accadrebbe se la morte volesse prendersi una pausa? E se, a un certo punto, si avvicinasse troppo all’umano?

Le intermittenze della morte è una fiaba contemporanea dai toni grotteschi, un’altra opera geniale dello scrittore premio Nobel José Saramago, che racconta in modo ironico debolezze e contraddizioni della società contemporanea. Lo spettacolo, nato all’interno, ne ripropone le atmosfere: in bilico tra il tragico e il comico, come da sempre è l’esistenza umana. Il romanzo di Saramago ha costituito per gli allievi attori un “pre-testo”, una fonte a cui attingere per nutrire l’ispirazione e creare quadri, cucire poesie, immagini, suoni e musiche derivati dai legami intimi delle proprie vite.

La costruzione dei quadri coreografati è frutto di una ricerca sulle musiche e i riti popolari del Sud Italia, in particolare del Salento: dai moroloja e i canti in griko alla danza della scherma e della pizzica, fino alla parodia dei rituali funebri. Ne emerge una ragnatela di fili annodati tra loro: quello dei sentimenti e dei vissuti personali e, inevitabilmente, universali, ma anche un inno all’arte e al suo potere di assottigliare e dissolvere i confini tra la vita e la morte.

In scena : Francesco Alfonzetti, Luigi Antonaci, Oreste Broglio, Angelo Cassano, Angelo Fago, Giovanni Lupoli, Cosimo Grimaldi, Domenico Manzi, Alessandro Morra, Mario Pagani, Francesco Vitale, Giovanni Volpe.

Regia, drammaturgia e ideazione: Carmen Ines Tarantino

Coreografie e ricerche musicali: Veronica Mele

Costumi: Made in carcere