Una lectio magistralis sul fascismo strisciante, sui populismi, di destra e di sinistra, e sulla deriva della politica contemporanea: il confronto tra il filologo Luciano Canfora e il giurista Nicola Colaianni di mercoledì sera è un momento che resterà nella storia del DRIFFest. La platea gremita del Chiostro di Santa Chiara a Mola di Bari, il lungo firmacopie dell’intellettuale barese e, a seguire, l’emozionante testimonianza di Vladimir Perisic, regista serbo di Lost Country, il film sulla disobbedienza giovanile proiettato in chiusura di serata.
Ma la XV edizione del festival prosegue già domani, a Sannicandro di Bari, nella corte del Castello Normanno Svevo, alle 19.30, con “La vita sessuale di Guglielmo Sputacchiera” di Alberto Ravasio (a confronto con la giornalista Rai, Claudia Bruno) che apre l’appuntamento intitolato “Del Racconto, l’Identità”. Un pirotecnico romanzo, edito da Quodlibet, che affronta con crudele sarcasmo, attraverso la surreale esistenza del protagonista, inetto sociale e sessuale, alcuni temi del nostro tempo: la digitalizzazione della vita e della sessualità, l’inconciliabile rapporto con la generazione dei padri e la disperazione economica del nuovo proletariato colto.
Ben due film, a chiudere la serata. Il cortometraggio sulla violenza sulle donne, Il silenzio uccide di Irene Magnani e, a seguire, uno dei migliori titoli del 2023, il dramma spagnolo spagnolo 20.000 specie di api di Estibaiz Urresola Solaguren che esplora il tema del genere attraverso la storia di una madre alle prese con una crisi personale e con quella di suo figlio Aitor.
Questa edizione di “Del Racconto, il Film” è sostenuta da Regione Puglia, da Apulia Film Commission, dai Comuni di Bari, Giovinazzo, Mola di Bari, Sannicandro di Bari, Carceri di Trani e Turi, dall’ufficio Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Regione Puglia, dal Teatro Pubblico Pugliese.