Anima Mea, la musica e le guerre dall’Europa antica ai giorni nostri

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BARI – È stata presentata questa mattina, nella sala giunta del Comune di Bari, la sedicesima edizione del festival Anima Mea.

All’incontro sono intervenuti l’assessora alle Culture del Comune di Bari, Paola Romano, e, in rappresentanza dei Comuni di Andria e Sannicandro di Bari, tra le località coinvolte nella programmazione, rispettivamente gli assessori Daniela Di Bari e Gianfranco Terzo, oltre al compositore in residence di Anima Mea, Gianvincenzo Cresta, che ha fatto le veci del direttore artistico, Gioacchino De Padova, assente per motivi di salute. Presenti per il festival anche il curatore della scena, Carlo Bruni, e l’attrice Nunzia Antonio, che ha introdotto l’incontro leggendo un passo da «Atti Umani» della scrittrice premio Nobel per la letteratura 2024, Han Kang.

«Siamo felicissimi di ospitare nella sala giunta di Palazzo di Città la presentazione della XVI edizione di Anima Mea, che coinvolge non solo la Città di Bari ma anche i Comuni di Andria, Palo del Colle, Minervino Murge e Sannicandro di Bari – ha detto Paola Romano – . Non è un caso, ma il frutto di una scelta che risponde alla nostra idea di vivere l’area che amministriamo come un unico grande territorio, coltivando relazioni e possibilità. La cultura, che per sua natura è lo strumento ideale per costruire ponti, ci aiuta a raggiungere questo obiettivo di intendere e declinare le politiche culturali secondo un’idea di area integrata. Per farlo auspichiamo un dialogo costante tra assessori ma anche tra Paesi e culture: questa edizione del festival Anima Mea non solo mette insieme autori provenienti da diversi Paesi del mondo e musiche di tempi diversi ma mette in campo innovazione, creando una rete che lega idealmente la “razza umana” valorizzando le diversità che rappresentano il patrimonio fondamentale per costruire uguaglianza. Quando in guerra i popoli si contrappongono, lo fanno a partire dall’idea di rimarcare confini religiosi, politici o etnici che invece spariscono grazie alla capacità della cultura di creare relazioni cogliendo l’essenza dell’umano. Il nostro impegno è quello di lavorare insieme perché la prossima edizione di questo festival sia ancora più ricca e diffusa».

«Il festival Anima Mea – ha spiegato Gianvincenzo Cresta – non è un luogo per pochi, ma mette insieme più soggetti, più città, più ensemble. È un laboratorio di idee che non rincorre la cultura dell’evento, perché nell’arte è l’offerta che fa la domanda. La qualità della proposta musicale è di altissimo livello e non prevede una chiusura della programmazione nel recinto della musica antica, ma anche incursioni nella nuova musica, ma sempre in rapporto con il passato. Ed è secondo quest’idea che ci proponiamo di riunire il pubblico intorno al potere seduttivo della musica».

 

Centocinquant’anni di arte musicale in Europa, con un’idea di contemporaneità legata al momento dell’esecuzione, trait d’union tra passato e presente. Al festival Anima Mea9 diverse produzioni in 19 concerti in programma dal 18 ottobre al 6 dicembre tra Bari (chiesa di Santa Scolastica), Andria (chiesa di Sant’Anna), Bisceglie (Vecchie Segherie Mastrototaro), Minervino Murge (Sacello della Cattedrale), Palo del Colle (chiesa del Purgatorio) e Sannicandro di Bari (Scuderie del Castello), si esplora il passato mettendolo in connessione con il presente, anche con musiche nuove e nuovissime, ma dentro modi d’un tempo antico. «Una relazione non storiografica, quanto emotiva e sentimentale, che abbiamo cercato nello stile concertato di Monteverdi e nel Cantar alla Viola, prassi esecutiva, tutta italiana, del primo Cinquecento», spiega il direttore artistico Gioacchino De Padova.

Per questa sedicesima edizione, realizzata con i contributi del Ministero della Cultura, della Regione Puglia e dei Comuni di BariAndriaPalo del ColleSannicandro di Bari e Minervino Murge e il patrocinio di Rai Puglia, nonché la preziosa ospitalità della Comunità di Santa Scolastica al Porto (Bari), Italia Nostra (Andria), Confraternita del Purgatorio (Palo del Colle) e Vecchie Segherie Mastrototaro (Bisceglie), il festival Anima Mea ha chiamato grandi interpreti della scena italiana ed europea ed affidato all’attrice Nunzia Antonino brevi preludi letterari sul tema della guerra, così presente nella nostra quotidianità come ai tempi dell’epoca d’oro della musica nel Vecchio Continente.

Nelle parole della scrittrice Adania Schibli, autrice del romanzo «Un dettaglio minore» sull’esodo dei palestinesi del 1949, Anima Mea accende una luce sul presente, quello che non può prescindere da ciò che è stato, e introduce il doppio concerto inaugurale in programma a Bari (18 ottobre) e Palo del Colle (19 ottobre), dove in arrivo dalla Spagna il mezzosoprano Marta Infante e l’Orchestra Vespres d’Arnadí diretta al cembalo da Dani Espasa celebreranno la musica italiana e la sua influenza in Europa con la produzione di Antonio Vivaldi (Orlando furioso, Orlando finto pazzo, Il Farnace) in un parallelo con il repertorio del compositore catalano Domenico Terradeglias (Artaserse e Imeneo in Atene), formatosi a Napoli ed esploso a Venezia.

Ancora venti di guerra spireranno dalla prosa della scrittrice sudcoreana premio Nobel 2024, Han Kang, che in «Atti umani» ha raccontato la carneficina mai veramente narrata in Occidente del colpo di Stato di Chun Doo-hwan del 1979, vicenda scelta per introdurre il concerto «Il tempo della voce» in programma a Bari (28 ottobre), luogo d’incontro del sodalizio artistico internazionale tra l’ensemble vocale Musicatreize di Marsiglia e l’ensemble di strumenti storici Orfeo Futuro diretti da Roland Hayrabedian, che insieme presentano un programma nel quale autori dei nostri giorni come Giacinto Scelsi, Luca Antignani e Gianvincenzo Cresta attingono a vocalità e strumentalità antiche messe in parallelo con il Seicento di Claudio Monteverdi e Pietro Andrea Ziani.

Mondo dei vivi e dei morti s’incontrano nel capolavoro di Isabel Allende «La casa degli spiriti», preludio alla poesia in musica tra due mondi di «Canto de amor y ausencia», progetto tra Barocco e i Beatles, Arcadelt e la tradizione argentina, che Luciana Elizondo (canto e viola da gamba) e Juanco Francione (arciliuto, chitarra e charango) propongono a Palo del Colle (6 novembre)Bisceglie (7 novembre) e Sannicandro (8 novembre).

I limiti delle immagini nelle sofferenze della guerra sono stati raccontati da Susan Sontag in «Davanti il dolore degli altri», ouverture letteraria al concerto «In universa terra» avente come fulcro il madrigale rappresentativo «Il combattimento di Tancredi e Clorinda», del quale ricorre il quarto centenario dalla prima rappresentazione. Un concerto con l’installazione video di Davide Marrone che vede in scena a Bari (12 novembre)Palo del Colle (13 novembre) e Bisceglie (14 novembre) il soprano Valeria La Grotta, il contraltista/tenore Alessandro Giangrande e il tenore Massimo Lombardi con l’Ensemble Orfeo Futuro diretto al cembalo e all’organo da Luca Guglielmi.

I bambini e la guerra sono stati raccontati da Rosella Postorino in «Mi limitavo ad amare te», prologo al concerto di Gaetano Nasillo Sara Bennici (violoncello) con Luca Guglielmi (clavicembalo) sulla produzione di tre grandi violoncellisti-compositori italiani del Settecento, Stefano Galeotti, Carlo Graziani e Luigi Boccherini, proposta di Anima Mea per Sannicandro (15 novembre)Bari (16 novembre) e Palo del Colle (17 novembre).

E con Gaetano Nasillo, affiancato dall’Ensemble Orfeo Futuro ancora diretto da Luca Guglielmi, il violoncello verrà ulteriormente esplorato per andare alle origini del concerto solistico a Bari (20 novembre)Bisceglie (21 novembre) e Sannicandro (22 novembre), dove gli appuntamenti verranno introdotti da un racconto di Anis Ghamineh su cos’è Gaza oggi.

Ancora perle del barocco con il controtenore Nicolò Balducci e un grande del flauto dolce, Dan Laurin, che con l’Ensemble Orfeo Futuro esplorano a Minervino (24 novembre) e Andria (chiesa di Sant’Anna) le musiche del cantante castrato e compositore Filippo Finazzi accanto alla produzione del pugliese Domenico Sarro, di Georg Philip Telemann e di Giuseppe Porsile.

Una rarità è rappresentata dallo Stabat Mater a due voci del compositore salentino del Settecento Pasquale Cafaro, autore di riferimento del concerto che a Bari (29 novembre) avrà come protagonisti Carmela Osato (soprano)Antonia Salzano (contralto) e Orfeo Futuro per la direzione di Pierfrancesco Borrelli.

Anima Mea chiuderà ad Andria (6 dicembre) con «Lux Fortunae», omaggio ai mottetti del genovese Giovanni Antonio Guido vissuto tra Sei e Settecento con l’Ensemble Orfeo Futuro e voce solista Angelica Disanto (soprano).