TRANI (BAT) – Benché una precedente torre risalente al X secolo e di cui sono stati ritrovate alcune vestigia nei pressi dell’attuale ingresso, ne occupasse il sito, l’edificazione del vero e proprio castello di Trani ebbe inizio nel 1233, sotto Federico II di Svevia e si completò ne 1249, esattamente un anno prima circa della morte del sovrano, sul progetto dell’ingegnere militare Filippo Cinardo, Conte di Conversano ed Acquaviva. La fortezza sorge esattamente al centro dell’insenatura della città, su un banco roccioso ed in prossimità del mare, i cui bassi fondali costituivano una valida difesa contro le incursioni saracene e prevedeva tutta una serie di baluardi intorno. La forma originale doveva essere con ogni probabilità a pianta quadrangolare, come la maggior parte dei castelli pugliesi, con quattro torri angolari a pianta quadrata ed un cortile nel centro della struttura. Un fossato, molto probabilmente di origine naturale circondava la fortezza. Si racconta che ad una delle torri del castello l’imperatore avrebbe fatto impiccare Pietro Tiepolo, figlio di Jacopo, Doge della Serenissima Repubblica di Venezia. Inoltre il maniero ospitò più volte Manfredi, figlio di Federico e di Bianca Lancia, che lo scelse come sede delle sue seconde nozze con Elena Ducas.
Subentrati gli Angioini sul trono di Napoli, il castello fu rinforzato secondo il progetto dell’architetto militare Pierre d’Angicourt e in tale epoca si tennero al suo interno alcuni eventi di grande importanza: il matrimonio fra Carlo I d’Angiò e Margherita di Borgogna nel 1268, e tre anni più tardi quelle del suo figlio cadetto Filippo con Isabelle de Villehardouin. Nel 1385 Carlo III d’Angiò concesse il castello al capitano Alberico da Barbiano che lo tenne sino al 1419.
Saliti sul trono di Napoli gli Asburgo di Spagna, sotto il regno di Carlo V, nel 1533, ebbero inizio le radicali trasformazioni della fortezza per adattarla alle recenti innovazioni tattiche derivanti dalla comparsa ed evoluzione della armi da fuoco ed in particolare delle artiglierie da assedio. Si provvide pertanto a rinforzare la facciata rivolta verso terra e ad elevare due bastioni contigui a due delle quattro torri, uno a pianta quadrangolare all’angolo nordorientale ed un altro a punta di lancia, diametralmente opposto allo spigolo sudoccidentale.
Adibito a sede della Sacra Regia Udienza per la Provincia di Terra di Bari, il Tribunale Regio nel 1586, fu sede dello stesso sino al 1677, prima di essere trasformato in carcere provinciale nel 1844, dopo dodici anni di lavori di adeguamento alla nuova funzione, che tenne sino al 1974. In quell’anno passò nelle mani della Soprintendenza ai Beni Culturali che ha provveduto ad effettuare diversi lavori di restauro.
Veniamo adesso a parlare delle leggende relative alla presenza di un fantasma di donna che si aggira fra le stanze del maniero. Si racconta che Armida, bellissima moglie del castellano, lo avesse tradito con un aitante cavaliere. Una volta colti in fallo, il consorte avrebbe subito pugnalato il cavaliere e rinchiuso la moglie nelle segrete, dove morì qualche anno dopo in preda alla disperazione. Sembra che lo spirito della donna, però, non abbia mai abbandonato il castello e continui a vagare, cercando di rincontrare il suo perduto amore. Chi è riuscito a scorgerla parla di una donna bellissima dai capelli corvini e gli occhi azzurri.
Secondo la Storia invece, avvalorata da documenti che ne attestano la presenza nel maniero, però a morire nelle segrete del castello fu Sifridina, Contessa di Caserta, che avendo complottato contro gli Angioini, venne rinchiusa nelle prigioni nell’anno 1268. Dopo undici lunghi anni, esattamente nel 1279, la povera sventurata morì e il suo spirito non è ancora riuscito a trovare il giusto riposo. Con molta probabilità, nel corso dei secoli, la sua figura si sarebbe confusa con quella di Armida.
Cosimo Enrico Marseglia