Gallipoli, perla dello Ionio, si colloca in un punto di grande importanza strategica e tattica, sin dalle epoche più antiche. Abitata in origine e probabilimente fondata dai Messapi, nell’area corrispondente all’isola dove oggi sorge il centro storico, col nome di Axa che fungeva da porto per l’importante città di Alezio, fu successivamente conquistata dai Tarantini, nel corso delle innumerevoli guerre che questi conducevano contro le popolazioni salentine, e trasformata in colonia. Il suo nome deriva dal greco “kallipolis” che significa città bella. Le origini della città sono avvolte dalla nebbia del tempo tuttavia, come sempre, esiste una leggenda che, chissà, non nasconda qualcosa di vero …..
Si dice che in tempi lontani un principe greco, mosso da ambizioni di conquista, avesse ucciso in guerra diversi giovani, attirandosi contro, per tale motivo, la collera di Afrodite, la dea greca dell’amore corrispondente alla Venere romana. Nel corso delle sue campagne il principe giunse in una rada del Salento ed approdò sulla spiaggia, dove incontrò una bellissima fanciulla. Fu amore a prima vista, il classico colpo di fulmine. Tuttavia Afrodite, ancora irata, lanciò il suo anatema infatti, tutte le volte che gli sfortunati amanti cercavano di incontrarsi, una fitta nebbia appariva coprendo la fanciulla alla vista del principe. I due attesero con pazienza che la collera della dea si placasse ma tale attesa si rivelò vana e la fanciulla, disperata per non poter consumare il suo desiderio, ne morì. A questo punto il principe decise di raggiungere la sua amata nell’Ade così, caricato il corpo senza vita di lei su una barca, vi si adagiò anch’egli e si spinse verso il mare aperto in attesa che giungesse la sua fine. Uscito dalla rada, però, vide davanti ai suoi acchi una splendida isola mentre una misteriosa corrente marina lo spingeva proprio in quella direzione. A quel punto comprese che gli dei desideravano che lui fondasse una città in quel luogo. Sceso sull’isola, il principe cominciò i lavori per l’edificazione della città e, in rirordo della sua amata la chiamò “kallipolis”, la città bella.
Cosimo Enrico Marseglia