LECCE – Nel centro di Piazza Sant’Oronzo a Lecce c’è un mosaico, è il mosaico della Lupa, lo conoscono tutti, ci si è talmente abituati alla sua presenza che sembra un tutt’uno con il basolato, probabilmente in pochi ne conoscono la storia o il nome dell’artista che pazientemente gli diede vita, ma è senza ombra di dubbio uno dei punti fermi nella vita dei leccesi.
Non è possibile uscire di casa per fare una passeggiata senza andare a fare visita al mosaico della Lupa.
Così, tra chi si ferma a guardarlo, chi accuratamente evita di passarci sopra, chi ci passeggia beatamente, il mosaico della Lupa resiste al tempo e ancora i leccesi alle origini della propria storia.
Il mosaico della Lupa è infatti la riproduzione dello stemma della città, messo lì in bella vista a raccontare la storia di una città la cui origine del nome si perde nella notte dei tempi.
Il mosaico è uno scudo color sabbia al cui interno una Lupa nera passeggia davanti ad un rigoglioso leccio verde.
Una grande cornice dalle tonalità dell’argilla circonda lo scudo e ospita le 5 torri che sembrano formare una corona.
Simboli e leggende si intrecciano in questo mosaico dando il giusto spunto per ricordare la nascita del nome “Lecce”.
Lupiae e leccio sono infatti elementi ricorrenti nella storia del nome della città: i Romani attribuivano a Malennio, re dei Salentini e antenato dell’Imperatore Marco Aurelio la fondazione della città che i greci chiamarono Luppia, i Normanni Licea, gli Svevi in Litium in un girotondo di mutazioni che culminò con lizze, liccio e infine Lecce.
Il mosaico della Lupa è opera di Giuseppe Nicolardi che nel 1953, con il padre e il fratello, per 4 mesi scelse, smussò e lavorò le più pregiate pietre reperibili sul territorio che ospita le scogliere del Capo di Leuca e di Santa Cesarea Terme, creando a mano tutte le tessere che oggi formano il mosaico e che fu inaugurato alla vigilia della festa dei Santi Patroni.
La Lupa con gli occhi vispi e i denti ben in vista, quasi esibiti in un sorriso beffardo, nel corso degli anni è diventata oggetto di una delle superstizioni più particolari di Lecce: si racconta infatti che qualunque studente osi calpestarla, non supererà gli esami scolastici.
Solo una superstizione, ovviamente, ma fatto sta che è raro vedere studenti passeggiare sul mosaico della Lupa.
Meno scrupoli si sono fatti invece coloro che nel corso del tempo sul mosaico hanno passeggiato con eleganti tacchi o piazzato costruzioni di vario genere, fino ad una oscena pista di pattinaggio su ghiaccio, senza dimenticare gli impianti di amplificazione in occasione dei vari concerti.
Arte, storia e cultura calpestati senza pudore.
Così nel corso del tempo, tessere mancanti, crepe e sporcizia hanno tolto dignità alla Lupa che fiera passeggia sotto al leccio.
Fortunatamente, dopo un accurato restauro durato 4 mesi, ad opera della ditta Nicolì, che ha eseguito i lavori senza pesare sulle casse comunali, il 22 luglio 2017 il mosaico è tornato in tutto il suo splendore a vegliare sulla sua città, con la viva speranza che questa volta i cittadini non sprechino la secondo opportunità che gli é stata data per dimostrare che sanno amare, proteggere e rispettare ciò che di bello Lecce offre.
di Claudia Forcignanò