Al TaTÀ di Taranto tre incontri “tra palco e realtà”

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TARANTO – Disabilità, precarietà e arte della drammaturgia: tre temi tra palco e realtà sui quali la compagnia teatrale Crest di Taranto accenderà i riflettori nello spazio di riflessione «Parliamone insieme a voce», due incontri e un laboratorio con esperti del settore a margine di tre spettacoli della rassegna «Periferie» in corso nell’auditorium TaTÀ.

Il primo, intitolato «L’arte utile», è in programma sabato 30 novembre (ore 19) prima della rappresentazione di «Pinocchio. Che cos’è una persona?» di Davide Iodice, noto per il suo teatro pedagogico al servizio delle persone, pertanto capace di creare un ascolto autentico. In un incontro a più voci condotto dal dottor Domenico Casciano, specialista in terapia familiare e relazionale, il pluripremiato drammaturgo e regista napoletano animerà un ragionamento intorno al rapporto disabilità-teatro partendo proprio dal suo «Pinocchio», lavoro nel quale la diversità e la fragilità sono incarnati dal celebre burattino di legno, che papà Geppetto vorrebbe rendere un bambino uguale a tutti gli altri. Lo spettacolo diventa pertanto occasione per discutere del concetto di normalità, condizione che Iodice considera il «diritto di chiunque ad avere momenti di felicità, espressione e condivisione».

Si parlerà, invece, di precarietà nel mondo dello spettacolo nell’incontro «Il lavoro dei felici pochi e dei poveri tanti per la cultura» che sabato 14 dicembre (ore 19) farà da preludio alla messa in scena della nuova produzione del Crest «A me m’ha rovinato la guera» realizzata in coproduzione con l’associazione Culturale Malalingua, un racconto sulla «fame dell’attore», figura precaria per natura. Condotto da Miriam Putignano del Presidio del libro di Taranto «Rosa Pristina», in collaborazione con il quale l’incontro viene realizzato, l’appuntamento prevede un confronto tra il segretario provinciale della Cgil, Giovanni D’Arcangelo, con la saggista Francesca Coin, attualmente docente di sociologia in Svizzera e autrice per Einaudi del libro «Le grandi dimissioni» sul fenomeno dei congedi spontanei, utilizzato come lente d’ingrandimento sul mercato del lavoro a livello globale. Un libro per il quale l’autrice quest’anno è stata insignita a Taranto del premio intitolato ad Alessandro Leogrande.

Il 10 e 11 gennaio chiuderà il trittico di appuntamenti un laboratorio di drammaturgia di Mariano Dammacco, regista e drammaturgo barese che l’11 gennaio presenterà per la stagione «Periferie» lo spettacolo «La morte ovvero il pranzo della domenica» con Serena Balivo, un lavoro prodotto dalla Compagnia Diaghilev e dedicato a un tema tabù della nostra cultura (la morte, per l’appunto) che ha ricevuto una nomination ai prossimi premi Ubu, gli Oscar del teatro in Italia, dove concorrerà nella categoria «nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica». Il laboratorio s’intitolerà «Telepatia e Matematica» in riferimento a due aspetti fondamentali del lavoro di chi scrive per la scena, perché coinvolgere emotivamente lo spettacolo rimanda a capacità telepatiche, così come la conoscenza di regole e tecniche della drammaturgia alla matematica. Il laboratorio sarà gratuito e destinato a un massimo di 15 partecipanti, con termine per la richiesta di adesione entro il 3 gennaio.