GROTTAGLIE (Taranto) – Il primo nucleo del Castello Episcopio di Grottaglie è con ogni probabilità il Mastio, corrispondente alla torre centrale o Torre Maestra e risalente al XIV secolo. La struttura venne realizzata su commissione di Giacomo d’Atri, Arcivescovo di Taranto, che provvide ad ordinare anche la costruzione della cinta muraria e della chiesa matrice, ed oltre alla suddetta torre comprendeva anche il versante orientale. Per interi secoli il castello fu simbolo del potere feudale e dell’autorità ecclesiastica della Cura vescovile di Taranto.
Ulteriori interventi di ampliamento portarono all’aggiunta di nuovi corpi di fabbrica e già nei primi anni del XV secolo il castello doveva apparire composto dalla Torre Maestra, dalla cinta muraria, da due torri addossate alle cortine, nonché dagli ambienti al piano nobile adibiti a residenza arcivescovile. In una monografia di Monsignor Blandamura, risalente al 1933, il castello viene descritto come una roccaforte di tipo medievale, con una torre altissima a pianta rettangolare nel cortile e provvista in cima di merli con la sola eccezione del lato orientale che ne presenta solo uno, tuttavia la lacuna è colmata dalla presenza di un piombatoio atto a lanciare pietre ed altri oggetti. Il Blandamura parla anche di olio bollente, tuttavia tale affermazione è erronea poiché l’olio era un bene troppo prezioso per essere sprecato, invece si lanciava sul nemico assediante acqua bollente.
In epoca barocca la struttura venne ingrandita e riadattata, con l’aggiunta di una facciata nello stile tipico dell’epoca. Passato nelle mani del Comune di Grottaglie, il castello è stato sottoposto ad interventi di restauro ed oggi viene adibito come sede per eventi culturali ed artistici. Inoltre negli ambienti che un tempo ospitavano le stalle vi è il Museo delle Ceramiche di Grottaglie.
Nel complesso la struttura, ubicata nel quartiere delle ceramiche, ha una pianta quadrangolare. La Torre Maestra ne ha una rettangolare e si sviluppa su tre livelli indipendenti e staccati dal corpo di fabbrica principale. Quest’ultimo che, come già asserito, fungeva da residenza dell’Arcivescovo, appare arricchito da un loggiato interno.
Cosimo Enrico Marseglia