Troia è un borgo che ha molte storie da raccontare, l’accoglienza genuina dei suoi abitanti ben si coniuga con la loro voglia di farne conoscere le eccellenze, che a dire il vero sono tante.
A partire dal rosone della Cattedrale di Santa Maria Assunta, con la sua straordinaria facciata che domina il panorama, famoso per i suoi 11 spicchi e i decori che ricordano un raffinato merletto, con tutta una simbologia che mescola sacro e profano.
È stato “Rosone e Tradizione”, l’evento organizzato dal Comune di Troia, in collaborazione con Puglia Senza Ostacoli e Puglia Expò, a portare giornalisti e blogger tra i Monti Dauni.
Fino al 23 dicembre, una serie di appuntamenti dedicati al Natale, illumineranno il borgo di Troia e il press tour guidato magistralmente da Michele Bruno, ha contribuito a raccontate una Puglia vibrante di una bellezza a tratti selvaggia a cui si associano prodotti enogastronomici e storie di imprenditori che danno lustro all’intero territorio.
La prima grande scoperta, è stata la cantina di stagionatura del Salumificio Giannelli, posto unico nel suo genere in Puglia, in cui Raffaele Giannelli è stato un amabile anfitrione, guidando il gruppo all’assaggio dei suoi prodotti certificati chemical free e quindi privi di parabeni.
Dalle parole di Raffaele Giannelli traspare la passione per il suo lavoro, frutto di studio, sacrificio e intuizioni geniali che portano a galla antiche tradizioni rivisitate in chiave moderna e la sinergia con altri imprenditori locali.
Soppressata, prosciutto, lardo agli agrumi, capocollo, sono solo alcuni dei prodotti che abbiamo avuto modo di assaggiare e ogni boccone era un viaggio in sapori nuovi e inaspettati, in cui la delicatezza delle carni viene esaltata dalla lavorazione e dalla delicata sapidità.
Il tutto accompagnato dalla degustazione di olio dell’oleificio Bortone e del pane del forno
Rosiello di troia.
Si percepisce a Troia una sincera voglia di apertura al mondo, uno slancio incentivato anche da un’amministrazione comunale che si sta impegnando ad incrementare le attività attrattive e i servizi per rendere il borgo sempre più appetibile da un punto di vista turistico.
Sicuramente le attività locali fanno sentire la loro voce, come i coniugi Lucia e Nicola Casoli, che all’ombra del rosone hanno inventato un dolce che è l’essenza della femminilità, la Passionata, che per ognuno dei suoi 11 gusti trasmette un’emozione. La crema realizzata con tre diversi tipi di ricotta accarezza con delicatezza il palato, mentre la dolcezza e la consistenza del guscio in pasta di mandorla preparano all’esplosione degli aromi naturali che Lucia ha scelto per la sua Passionata. Tra pistacchio, nocciola, nero di Troia, moscato di Trani, melograno, olio evo, Strega, a conquistare il podio del gusto, sono stati limone e arancia, mentre i puristi hanno apprezzato la versione classica, che spicca con il suo colore rosa.
Ma oltre la tradizione, Troia vanta anche un ristorante che risplende grazie all’intraprendenza della chef Candida Di Pierro che dopo la laurea ha deciso di inseguire il suo sogno dando vita, con l’aiuto del designer Claudio Nigro, al Gallery Bistrot Contemporaneo, un ristorante che unisce l’esperienza visiva a quella culinaria, con piatti che creano un ritmo musicale tra architettura e sapore grazie al gioco di luce che dilata la profondità dell’ambiente in cui la fitta galleria di legni chiari sembra reggere l’intera struttura.
Una carrellata di piatti dai sapori in perfetto equilibrio tra loro, ingredienti semplici, tipici del territorio foggiano, ma declinati con raffinatezza e un’accortezza tale da esaltare ogni singolo dettaglio, accompagnati dai vini della Cantina Elda, nel corso di una cena in compagnia di quelli che da perfetti sconosciuti, in poche ore sono diventati piacevoli compagni di viaggio.
Abbandonata Troia, il giorno seguente Orsara è stata un’altra inaspettata scoperta. Qui, la cucina è una questione di cuore e anima, trasmessa di generazione in generazione ma sempre con un occhio al futuro, come ha ben spiegato Angelo Biccari, fornaio di V generazione che gestisce e custodisce il forno a paglia Pane e Salute che dal 1526 porta avanti la tradizione della panificazione.
Ma l’incontro più emozionante è stato quello con Peppe Zullo, il Cuoco Contadino, che non è solo uno chef, ma un visionario che trasforma la cucina in arte. Il suo ristorante, immerso nella natura di Orsara, è un rifugio di sapori e ingredienti locali e stagionali, con cui il Maestro crea piatti che sono un inno alla Puglia. La sua passione per il cibo e per il territorio è contagiosa, e il pasto consumato nella sua cantina è stato un’esperienza sensoriale in cui la parmigiana di borragine ha conquistato tutti.
Passeggiando tra le terre che circondano Villa Paradiso, Peppe Zullo ha regalato ad ognuno preziosi insegnamenti sulle erbe spontanee, in un’epoca in cui tutto si coltiva in serra, lui ha insegnato che ci si può nutrire bene e a km 0.
A rendere tutto ancora più coinvolgente, Colto & Mangiato Kids, i laboratori culinari organizzati da Tony Augello e Massimo Andrea Di Maggio per bambini e adolescenti che attraverso il cibo hanno avuto modo di scoprire quanto il cibo sia importante per creare una comunità.
A partecipare ad uno degli incontri, anche Peppe Zullo che ha messo a disposizione della comunità la sua decennale esperienza e con la consueta passione, ha insegnato ai più piccoli l’arte delle orecchiette fatte in casa.
Per concludere, Tenuta Chianchito ha confermato il vero concetto di ospitalità d’alto livello con una cena in cui la materia prima è stata esaltata da una cottura semplice e allo stesso tempo ricercata accompagnata dai vini Pisan Battel di San Severo.
Questo viaggio tra Troia, Orsara e l’incredibile cucina di Peppe Zullo è stato molto più di una semplice visita. È stato un tuffo nelle radici storiche e culinarie della Puglia, un’esperienza che mi ha toccato profondamente e che consiglio a chiunque voglia vivere il vero spirito di questa regione. Ogni angolo esplorato, ogni piatto gustato e ogni persona incontrata hanno arricchito il mio cuore e la mia mente, rendendo questo viaggio un ricordo indelebile.
di Eugenio Maci