Il Castello di Monopoli e il mistero dell’insistente suono di tamburo

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MONOPOLI (Bari) – Fu l’Imperatore Carlo V ad ordinare la costruzione del Castello di Monopoli, nell’ambito della strategia di difesa delle coste del Regno, continuamente minacciate dalle scorribande piratesche turche ma anche come protezione delle mire veneziane, poiché nel 1528 le armate della Serenissima avevano assediato e preso la città. Come luogo fu scelta Punta Pinna, un piccolo promontorio avanzato sul mare e come nucleo della fortezza furono utilizzate la Chiesa rupestre di San Nicola in Pinna, risalente al X secolo, ed una porta di epoca romana rinforzata da due corpi di guardia ai lati, costruita sulle antiche mura di cinta di origine peuceta. I lavori, affidati alla direzione del Viceré Don Pedro de Toledo, secondo alcuni storici, o del Marchese Don Ferrante Loffredo che risiedeva in Lecce, secondo altri, ebbero termine nel 1552.

Nel XVII secolo il castello subisce alcune modifiche e ristrutturazioni che ne modificano l’assetto per adattarlo alla funzione di dimora residenziale ed in effetti è stato sede della più alta autorità militare cittadina sino alla metà del XIX secolo, quando venne adibito a carcere mandamentale, funzione che ha poi mantenuto sino agli anni ’60 del XX secolo. Dopo alcuni anni di abbandono, negli anni ’90 sono stati effettuati dei lavori di restauro e di consolidamento ed oggi il castello viene utilizzato per manifestazioni ed eventi culturali.

La fortezza ha una pianta pentagonale, caratteristica delle fortezze rinascimentali, con agli angoli dei bastioni. L’originale ponte levatoio doveva probabilmente collocarsi nei pressi della torre cilindrica sul versante sudoccidentale, alla cui sinistra è possibile osservare un tratto delle antiche mura. Particolarmente interessante è la sala d’armi munita di quattro cannoniere a pelo d’acqua per il tiro radente, due in direzione del mare e due verso il porto, che ospitano altrettanti obici da 1.400 kg a canna liscia di fattura napoletana, risalenti al XIX secolo. La  struttura ingloba al suo interno la chiesa rupestre di San Nicola da Pinna di notevole interesse storico ed artistico.

E veniamo adesso all’aspetto misterioso della fortezza. Si racconta che una volta, durante una battuta di pesca ai coralli, a causa di una forte mareggiata un pescatore finì in acqua e venne inghiottito dai flutti. A quanto raccontano alcuni pescatori a volte di notte è possibile udire il suono insistente di un tamburo, proveniente dal castello, prodotto dal fantasma della moglie del disperso che, in preda alla disperazione, cerca di richiamare il marito.

 

Cosimo Enrico Marseglia