LECCE – Quando finalmente la città torna padrona di se stessa, in quell’orario magico che va dalla mezzanotte alle prime luci del mattino, posizionandosi all’ingresso di via Taranto e volgendo lo sguardo verso Porta Napoli, si avrà un’occasione rara e preziosa: ammirare in tutta la sua magnificenza, nel silenzio e nella pace assoluta, uno dei monumenti emblematici della città: l’obelisco di Lecce.
Situato proprio al centro del più prestigioso ingresso cittadino, l’obelisco svetta maestoso e affascinante ricoprendo il suo ruolo di punto di snodo per automobili, biciclette e motorini.
L’obelisco di Lecce fu realizzato per commemorare la visita di Ferdinando I di Borbone, re delle Due Sicilie.
Nel 1822 infatti, lo scultore Vito Carluccio lavorò e plasmò la pietra leccese seguendo i disegni di Luigi Cipolla.
Magnificamente eseguito, l’obelisco è alto circa 10 metri, ha la forma di una piramide a base quadrata che si va assottigliando verso l’alto.
I Borboni lo fecero colorare di nero nel vano tentativo di rendere l’illusione che si trattasse di marmo, ma l’artificio fortunatamente durò poco perché le prime piogge cancellarono il colore restituendo alla luce la pietra leccese in tutta la sua bellezza.
Salendo i 4 gradini che separano l’obelisco dalla strada, ci si trova di fronte al bassorilievo dello stemma della Terra D’Otranto: il delfino che azzanna la mezzaluna e che si ripete lungo tutti i lati.
Seguendo con lo sguardo i bassorilievi che ornano la colonna, sarà possibile incontrare gli stemmi raffiguranti il cervo di Brindisi; lo gallo di Gallipoli, la lupa di Lecce e il scorpione di Taranto.
Le incisioni in lingua latina invece, indicano le distanze che intercorrono tra le varie località leccesi e si dilungano infine sulla descrizione accurata della visita di Ferdinando I di Borbone che i leccesi accolsero come un evento.
L’obelisco di Lecce è un simbolo per la città, vigila sulla vita che scorre tra via Taranto e via Palmieri, accoglie i turisti che arrivano, saluta chi parte, ma soprattuto da il benvenuto a chi torna, ricordandogli che comunque vada, Lecce sarà sempre la città magica in cui sacro e profano creano magiche atmosfere.
di Claudia Forcignanò