LECCE – Sabato 8 febbraio (ore 21:00 | ingresso con contributo 5 euro), le Officine Culturali Ergot di Lecce ospitano “Poeti folgorati … ovvero: come provammo a distruggere la poesia del Novecento”. Lo spettacolo, tratto da “Poeti controluce: il libro delle parodie” di Luciano Folgore, è ideato, scritto e interpretato da Antonello Taurino e Massimo Colazzo, meglio noti come “La compagnia dei Neofuturisti”.
«Esagerato? Provate a mettere le mani sull’introvabile “Poeti Controluce. Il libro delle parodie” (1935) e vedrete: Luciano Folgore ci sorprende con parodie irresistibili dei grandi poeti del Novecento – da Pascoli a D’Annunzio, da Montale ad altri giganti della letteratura – demolendone la poetica con un’ironia raffinata e un’imitazione linguistica impeccabile. Un genio? Di più: un futurista. E, ironia della sorte, all’anagrafe si chiamava… Omero Virgilio Vecchi! Davvero un nome poco adatto a un poeta d’avanguardia», sottolineano i due interpreti. «Se distruggere la poesia era la missione, Folgore ci ha provato fino in fondo. E per questo è l’idolo indiscusso di noi Neofuturisti, sparsi per l’orbe terracqueo. Con la stessa carica eversiva, lo spettacolo lo presenta in tutta la sua forza dissacrante: una messa in scena volutamente minimale, un trionfo di nulla pensato per destabilizzare il pubblico e immergerlo nel mistico imbarazzo dei grandi happening futuristi».
In scena, due attori. Massimo Colazzo leggerà i testi originali dei poeti, mentre Antonello Taurino darà voce alle parodie di Folgore. Ma il finale è un salto nel futuro – anzi, nel futurismo 2.0: un “Deus ex machina” d’eccezione, l’Intelligenza Artificiale, tenterà di replicare la genialità di Folgore, componendo poesie secondo il modello che il poeta stesso perfezionò… senza mai essere superato, nemmeno dalla macchina. Il risultato? Un esperimento fuori dagli schemi che, malgrado gli intenti sovversivi, finisce per essere non solo esilarante, ma – purtroppo! – anche educativo. Chi l’avrebbe mai detto che, tra risate e follia, si potesse perfino imparare qualcosa?