Alla scoperta del Salento: le masserie, tra storia, cultura e tradizione

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Foto Toti bello

SALENTO – Anche se il clima non sia stato sempre adatto per la coltura, i contadini con notevole sacrificio e dedizione assoluta, hanno saputo trarre dalla loro terra i mezzi di sostentamento, tramandando ai loro discendenti quei valori e quelle esperienze di vita rurale.

Le masserie del Salento sono complesse costruzioni rurali comprensive di una porzione molto vasta di terreno coltivabile che rappresentava la dote della stessa masseria ed all’inizio la fondamentale occupazione degli uomini che vi abitavano era la pastorizia, poi fu praticata pure la cerealicoltura, il vigneto e l’oliveto.
Le origini della stessa sembra essere longobarda in quanto il sistema di condurre l’attività agricola era tipica di quel popolo e dopo l’occupazione bizantina le genti locali mantennero le stesse istituzioni. Infatti, i Longobardi dividevano il popolo in “liberi” e “servi” mentre i primi erano signori terrieri, i secondi dipendevano dai signori ed erano impegnati a svolgere le faccende richieste dal governo della casa e dei terreni della tenuta che appartenevano al padrone mentre i “massari” si occupavano della loro coltivazione ed i “porcari” accudivano il bestiame.

Le più antiche masserie del Salento risalgono al XVI secolo ed erano masserie fortezza perché realizzate con i tipici accorgimenti che potevano offrire possibilità di difesa come la realizzazione di una torre costiera rotonda o prismatica con feritoie o piombatoi, il cui ingresso in architrave era realizzato con grossi conci di pietra, ed era protetto da una massiccia porta in legno. Gli ambienti interni avevano una volta a botte mentre quelli a pian terreno presentavano un tetto dalla classica volta a stella su cui era presente una botola che consentiva l’accesso alle camere poste al piano superiore e  gli ambienti del piano inferiore erano maggiormente destinati alle cucine o alla lavorazione del formaggio; mentre quelli del piano superiore erano gli alloggi del padrone, strategici in caso di pericolo perché di facile rifugio sollevando la scala a pioli che agevolava l’accesso ed a sua volta una botola nel soffitto di questi appartamenti permetteva di raggiungere la terrazza.
Adiacente alla masseria si allargava un cortile detto atrio attorniato da spesse mura ed a ridosso delle mura perimetrali vi erano alcuni ambienti adibiti al ricovero degli animali.
L’esigenza di costruire delle masserie fortificate nel Salento ha origine tra il  XV ed il XVI secolo, a causa delle frequenti incursioni saracene sulle nostre coste che spesso interessavano pure i territori piu’ interni devastando  i centri abitati e le popolazioni rurali. Successivamente esse aumentarono il numero di ambienti, soprattutto con il variare delle attività ivi effettuate, questo richiedeva anche l’aumento del numero di persone destinate a svolgere i lavori agricoli ed erano dotate pure di capanne per il gregge, stalle per i bovini, locali per la custodia di attrezzi agricoli, magazzini per il fieno, granai, un frantoio ipogeo, scavato nella roccia, atto a produrre l’olio indispensabile per l’alimentazione,  cisterne, pozzi per la raccolta e la riutilizzazione dell’acqua piovana, abbeveratoio per  il bestiame, l’aia, il pollaio, la colombaia e l’apiario, raramente avevano un tappeto sotterraneo.
Ciò determinò la nascita dei centri agricoli per le famiglie che vi alloggiavano. Benvenuti nelle masserie salentine che attualmente riservano una splendida accoglienza, deliziandoci con una cucina particolarissima a base di sapori antichi ed estro creativo!