A Carpignano Salentino per la rassegna “OspitiAMO i Libri”, presentazione del libro “Quannu te cunta ‘u core” di Ada Garofalo

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CARPIGNANO SALENTINO (Le) – Giovedì 14 marzo 2019, alle ore 19.30, presso Palazzo Orlandi, a Carpignano Salentino, si terrà un nuovo appuntamento della rassegna “OspitiAMO i Libri”, dedicata alla cultura e agli incontri letterari con gli autori.

È la volta di “Quannu te cunta ‘u core”, la raccolta poetica di Ada Garofalo, edita da Musicaos Editore, per un incontro inedito tra recitazione di testi di poesia dialettale e musica jazz.

Saranno infatti Fulvio Palese e il suo sassofono, con le voci degli attori Maria Renna, Franco Manni e Marco Antonio Romano, ad accompagnarci attraverso la raccolta di Ada Garofalo, a sua volta attrice e autrice di teatro dialettale, impegnata da più di trenta anni nella rappresentazioni di spettacoli ispirati sia a testi classici che contemporanei.

La poesia di Ada Garofalo dipinge con il dialetto salentino ciò che accade nel mondo, in una trasposizione fedele dei paesaggi e dei luoghi del ricordo. La realtà che l’autrice racconta è tangibile, e racchiude un invito a riconoscersi per fare ritorno a sé.

Il dettato del cuore, che erompe senza avviso, non può esprimersi senza che prima non si sia creato, in noi, il silenzio.

È il silenzio di una notte scura, rischiarato dalla luce della luna, capace di descrivere il momento in cui le forze sembrano mancare, svanito il desiderio stesso di raccontare; un viaggio, quello del lettore, che al suo terrmine lo ritroverà mutato, faccia a faccia con la propria anima, “cu’ l’anima/ ca chiama,/ ca sta tantu vicina/ … e me parìa luntana” (E me parìa luntana).

Il punto di partenza e quello di arrivo coincidono, per chi avrà la consapevolezza che tutto è vita, il principio e la fine, lo spazio e il tempo, i ricordi, la tenebra del buio e la luce fioca, gli affetti più cari e i legami che si frantumano.

L’autrice ci avrà dimostrato che il silenzio, anche quello più sottile e prezioso, non merita di essere scalfito, a meno che le parole non provengano dall’intimità del proprio cuore.