“ Una Nazione che frammenta la scuola non rispetta la sua storia e non cura il suo futuro”

466

BARI – Ieri 12 Aprile 2019 presso l’ auditorium dell’istituto “ Salvemini” presso il  polivalente Bari Japigia, si è svolta l’assemblea regionale degli RSU ( rappresentanti sindacali unificati) del comparto scuola di tutte le sigle sindacali. La gravità del momento richiede un’azione unitaria, non solo da parte degli addetti ai lavori (docenti, alunni dirigenti..) ma di tutta la società civile.

E’ improponibile in una Nazione come la nostra pensare di poter regionalizzare il sistema d’istruzione non solo per motivi economici e gestionali, che renderebbero ancora  più evidente il dislivello tra le varie regioni, ma soprattutto per motivi educativi etici e storici. Una Nazione che indossa lo stesso tricolore (fondato sull’uguaglianza, la fratellanza e la solidarietà), che si nutre di una Costituzione eticamente perfetta che difende il valore dell’uguaglianza , della Persona e della sua unicità, non può accettare una differenziazione scolastica. Essere italiani non è un elemento del DNA. Italiani si diventa nei banchi di scuola parlando la stessa lingua, studiando la stessa storia, declamando gli stessi versi, attraversando geograficamente le pagine della nostra penisola.

Significa altresì avere le stesse opportunità culturali da Nord  a Sud , per  costruire sugli stessi principi e gli stessi valori il futuro della Nazione. Pensare di frammentare la scuola significa andare contro i Principi Costituzionali di unità e uguaglianza, Significa aver dimenticato il sangue italiano versato per l’Unità nazionale Significa non riconoscere il fondamento di una Repubblica Democratica. La scuola è il bene comune più prezioso di un a nazione. In essa si vive e si opera per la formazione della Persona e del cittadino per dare voce e vita al futuro. La scuola è il luogo della crescita e della speranza del Paese. Per tutto questo siamo tutti coinvolti nel non accettare neanche solo l’idea di poter frammentare la scuola, perdendo di vista l’identità nazionale e il diritto allo studio, sancito nell’articolo 33 e 34 della Carta Costituzionale. Firmiamo compatti la petizione e diciamo No a voce alta.

Di Tiziana Conte