PUGLIA – Ennesima violenta grandinata in provincia di Lecce con campi e strade praticamente imbiancati, denuncia Coldiretti, e pericolose lastre di ghiaccio che hanno reso impraticabili i percorsi nelle aree rurali. Medesima situazione anche in provincia di Brindisi, con epicentro a Campi Salentina. “E’ stata interrotta la ‘finta primavera’, lasciando spazio a eventi estremi, con effetti disastrosi sui campi, a causa della tropicalizzazione del clima che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori – lamenta il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele – che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a siccità perdurante”.
Da marzo a novembre del 2018 sono stati 11 i tornado e le trombe d’aria che si sono abbattuti sulla Puglia – segnala Coldiretti – a marzo a Lecce, ad aprile a Lequile, a giugno a Santo Spirito di Bari e a San Foca, a settembre a Salice Salentino, a novembre a Taurisano, Martina, Manduria e in provincia di Brindisi e a Parabita, secondo i dati ESWD, l’anagrafe europea degli eventi meteo estremi come tornado, bombe d’acqua, trombe d’aria, tempeste di fulmini.
A nulla vale più la programmazione degli orticoltori che raccolgono broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole, tutti maturati contemporaneamente per le temperature primaverili. Con la natura sconvolta – aggiunge Cantele – a preoccupare è l’improvviso abbassamento della temperatura sulle piante in fiore con effetti disastrosi sulla raccolta primaverile ed estiva dei frutti”.
Da rivedere a fondo il meccanismo del Fondo di Solidarietà Nazionale che così com’è non risponde più alla complessità, violenza e frequenza degli eventi calamitosi “ma anche il meccanismo assicurativo deve essere rivisto – conclude il presidente Cantele – perché le polizze multirischio non coprono assolutamente le colture dagli eventi estremi che si stanno verificando a causa della tropicalizzazione del clima, oltre ad essere eccessivamente onerose. Anche i periodi in cui possono essere stipulate le polizze non sono più rispondenti alle necessità degli agricoltori, come per esempio per il comparto olivicolo le polizze possono essere sottoscritte esclusivamente da marzo a maggio”.