I laghi Alimini, genesi e caratteristiche

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L’affascinante viaggio nella terra d’Otranto non può concludersi prima di visitare i laghi Alimini, una delle aree naturalistiche più belle ed interessanti d’Italia, situata a circa 7 km da Otranto. Visti dall’alto, essi somigliano a specchi d’acqua a ridosso del mare, estremamente caratteristici e suggestivi. Etimologicamente il nome “Alimini” indica uno specchio d’acqua che può considerarsi come un vero seno di mare. Il termine greco «limne», infatti, designa sia un lago che uno stagno di acque ferme. Studiosi come Rohlfs e Fisher riferiscono che Galeno, nel II sec d.C., denominava il lago Alimini «limne thalasses», cioè “stagno di mare”. Nel dialetto locale, il lago veniva chiamato “la Limini”, forma più vicina a quella greca originaria. Attualmente il nome Alimini indica due bacini distinti: il bacino più settentrionale è denominato Alimini Grande per la sua maggiore estensione, quello meridionale Alimini Piccolo o più comunemente Fontanelle, per le numerose acque sorgive che lo alimentano.

L’epoca in cui i due bacini si sono formati è geologicamente remota, databile intorno al Quaternario (circa 2 milioni di anni fa). È probabile che, inizialmente, l’estensione di questi due laghi fosse maggiore ed essi si presentavano come un’insenatura del Mare Adriatico. Le sue coste erano per metà rocciose e su queste si possono leggere gli effetti dell’erosione delle onde marine. Alimini Piccolo, invece, doveva essere un vero lago indipendente da Alimini Grande e non comunicante con il mare, caratterizzato da un avvallamento del terreno con il fondo impermeabile. Le acque, dapprima salate, divennero sempre più dolci per la mescolanza con le acque piovane e con quelle delle sorgenti, accogliendo così una flora ed una fauna lacustre. Secondo il noto studioso salentino De Giorgi, col tempo le acque cominciarono a sollevarsi, facendosi strada lungo la depressione naturale che esisteva tra i due laghi. Esse corrosero le rocce friabili delle sponde e sfociarono nell’insenatura del lago Alimini Grande, stabilendo così la comunicazione tra i due laghi. Grazie ai ritrovamenti effettuati a partire dal 1967, si è accertato che tutta la zona dei laghi è stata abitata dall’uomo sin dal Paleolitico.

Per quanto riguarda la conformazione di queste due meraviglie della natura, l’Alimini Grande – che nasce dall’azione abrasiva del mare – ha l’asse maggiore di 2600 m, quello minore compreso tra i 300 e 800 m. I fondali raggiungono la profondità di 4 m e sono caratterizzati dalla presenza di molluschi. La superficie complessiva è di 130 ettari. Le acque hanno quasi la stessa salinità del mare, grazie al continuo collegamento con esso. Il lago ha una forma triangolare: il vertice ad est collega il lago al mare; il vertice a nord volge in una zona paludosa caratterizzata da canneti; il terzo vertice è rivolto a meridione e sfocia nel canale “lu strittu” che collega i due laghi. Tale canale naturale è lungo circa 1500 m e ha una larghezza variabile tra i 30 e i 60 m. Secondo il Galateo, attraverso “lu strittu”, correva la via romana “Traiana”, continuazione della via “Appia” che si concludeva a Brindisi “congiungendo Lupiae (oggi Lecce) con Hydruntum (oggi Otranto)”, ma De Giorgi, visitando entrambe le coste, non ha rinvenuto alcuna traccia di costruzione romana. L’Alimini Piccolo, invece, è di origine carsica e ha una forma ellittica. L’asse maggiore è lungo circa 2000 m, quello minore è di circa 400 m, la profondità del fondale non supera 1,20 m. La superficie complessiva è di circa 105 ettari. Accanto ai molteplici aspetti positivi di cui s’è prima detto, il lago ha posto, in passato, qualche problema di carattere sanitario, dovuto alla massiccia presenza di zanzare che albergavano in esso, data la sua tendenza a trasformarsi in palude, in quanto non poteva ricevere le acque dal mare e dalle sorgenti a causa della sedimentazione del fondale. Le acque non sono molto saline, pertanto presentano un tipo di fauna e di flora completamente diverso dall’Alimini Grande. Il fondale, infatti, si compone prevalentemente di crostacei e di cladoceri. Oggi sono ancora presenti specie rarissime come l’orchidea di palude e la castagna d’acqua. Negli ultimi anni, si è assistito ad un incremento della quantità e della varietà di uccelli acquatici: folaghe, moriglioni e germani reali frequentano le diverse zone dei laghi, con punte di oltre 1500 individui contemporaneamente presenti. Importante è, inoltre, l’allevamento di pesce come spigole, orate, saraghi, cefali e carpe.

A dare ulteriore rilievo alla zona sono i vari mutamenti socio-territoriali che l’hanno caratterizzata nell’ ultimo periodo: parchi, maneggi, ristoranti, agriturismo attraggono i turisti da ogni parte del mondo.

Queste rare bellezze hanno trasformato il nostro Salento da “terra di conquista” a “terra che conquista”, grazie ai meravigliosi spettacoli che la natura garantisce come “i magici tramonti che fanno capolino su due specchi d’acqua, circondati da una natura incontaminata”.