BARI – Nell’ambito della programmazione della XXXIV edizione del festival Time Zones, venerdì 15 novembre, alle ore 18.30, la Casa di Pulcinella (arena della Vittoria) ospiterà lo spettacolo di teatro dei pupi del MOPS “Non mi piace il buio”, per la regia di Angelo Sicilia, tratto dal libro “Il giardino della memoria” di Martino Lo Cascio.
Si tratta della trasposizione, affidata al teatro dei pupi, della storia di Giuseppe Di Matteo, adolescente figlio di un mafioso pentito di Altofonte, rapito e ucciso dagli uomini guidati dall’ala stragista di Cosa Nostra.
“Quando la cultura trasmette un messaggio politico, che sia attraverso uno spettacolo, un concerto o un evento, influenza l’opinione pubblica in maniera consapevole – ha esordito l’assessora alle Culture Ines Pierucci -. Avevo18 anni quando si diffondeva in Italia la notizia agghiacciante dell’uccisione di un bambino rapito tre anni prima dalla mafia. “Non mi piace il buio” racconta non soltanto la tragedia del piccolo Giuseppe Di Matteo ma un pezzo di storia del nostro Paese, nel pieno del periodo delle bombe e delle stragi mafiose.
Norberto Bobbio ha sempre difeso una politica della cultura che fosse “oltre che la difesa della libertà, anche la difesa della verità”. Perché, diceva, “non vi è cultura senza libertà, ma non vi è neppure cultura senza spirito di verità”.
Io credo che dobbiamo far nostra quella battaglia. Perché la battaglia continua laddove la cultura trova terreni resi fertili da uomini e donne che “pensano” e dove la formazione alla cultura politica segue l’insegnamento di maestri che nel nostro Paese hanno dato tanto. Per cambiare la politica è necessaria una rivoluzione culturale che porti a una nuova pratica politica. A un nuovo agire politico. Ecco, io credo che la scelta di programmare questo spettacolo nell’ambito di Time Zones risponda perfettamente a questa idea della cultura come fattore di cambiamento”.
“Time Zones, sin dai suoi esordi, ha avuto sempre un’attitudine rabdomantica – ha dichiarato Gianluigi Trevisi, direttore artistico di Time Zones – ed è con questo approccio che ho scelto di programmare, in questa edizione del festival, lo spettacolo “Non mi piace il buio”. Ho conosciuto Martino Lo Cascio anni fa, e ho visto lo spettacolo tratto dal suo libro a Matera, restandone profondamente colpito. Ora più che mai non dobbiamo rinunciare alla dimensione dell’impegno civile, alla volontà di discutere e comprendere dinamiche complesse, che al contrario vengono strumentalizzate e ridotte a parole d’ordine orribili. L’arte, che non ha paura e che voglia sperimentare, può svelare l’inganno di questo tempo preoccupante e aprire nuovi percorsi per sfidare il rischio della disintegrazione dell’umanità e consegnare uno sguardo diverso alle nuove generazioni. Ringrazio l’amministrazione comunale per il sostegno al festival, e ringrazio Paolo Comentale, amico di tante battaglie, per aver accolto da subito la nostra richiesta di ospitalità, condividendo l’idea che la complessità ha bisogno di sensibilità e di poesia”.
Paolo Comentale, direttore artistico della Casa di Pulcinella, ha sottolineato che “la poesia è cercare di scrivere tutto il mondo in un posto piccolo piccolo, e che Time Zones è un’opera di poesia a cui Gianluigi Trevisi ha dato vita probabilmente senza rendersene conto. È un festival che ha gli stivali delle 7 leghe, un’esperienza che ci ha portati lontano sebbene non abbia ricevuto il sostegno adeguato da parte di sponsor privati. Quanto allo spettacolo – ha proseguito – lavorare sui pupi significa lavorare sulla carne viva della nostra civiltà teatrale. Il teatro dei pupi utilizza un linguaggio universale perché può parlare di tutto a tutti, persino di una tragedia come la scomparsa di un bambino. “Non mi piace il buio” è una storia rivolta agli adulti che parla di una vicenda talmente grande per cui non è sufficiente la cronaca ma ci vuole l’arte, che per definizione non ha paura, e che per questo può riuscire a dire l’ineffabile”.
“Non mi piace il buio”
Casa di pulcinella – venerdì 15 novembre – ore 18.30
Ingresso 5 €
Questo spettacolo è un’irruzione del festival nel teatro di impegno civile. Un lavoro che parla con garbo e dolcezza di cose molto dure ad un pubblico di ragazzi dove gli adulti avranno un ruolo importante. Il linguaggio è quello del teatro dei Pupi, un angolo di cultura popolare che non solo in Sicilia (patria indiscussa del genere) ha contribuito alla conoscenza di pagine importanti della nostra letteratura.
“Non mi piace il buio” di Angelo Sicilia è la trasposizione con i pupi della storia di Giuseppe Di Matteo, adolescente figlio di un mafioso pentito di Altofonte, rapito ed ucciso dai mafiosi guidati dall’ala stragista di Cosa Nostra. Tratto dal libro “Il giardino della memoria” di Martino Lo Cascio, lo spettacolo narra la vicenda tragica del sequestro, durato oltre due anni, la carcerazione, le speranze e la morte del giovane Giuseppe.
“È stato molto complesso e doloroso mettere in scena “Non mi piace il buio. Prigionia e morte di Giuseppe Di Matteo – spiega Angelo Sicilia -. Perché questa è una storia molto dura e particolare, in quanto racconta di un bambino figlio di un mafioso, rapito e tenuto prigioniero per più di due anni, poi sciolto nell’acido dagli stessi mafiosi, perché suo padre, Santino Di Matteo, aveva cominciato a raccontare ai magistrati le dinamiche delle stragi di Capaci e via D’Amelio in cui rimasero uccisi Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e gli uomini della scorta. Rappresenta il punto più basso raggiunto dalla mafia . Lo spettacolo è una storia dentro una storia. Da un lato abbiamo i monologhi del piccolo Di Matteo, rinchiuso nella sua prigione, dall’altro le parole fredde e criminali dei suoi assassini che raccontano la vicenda ai magistrati. è uno spettacolo che emoziona e che lascia pietrificati”.
Il Mops
La Compagnia Marionettistica popolare siciliana, diretta da Angelo Sicilia, nasce a Palermo nel 2001. Partendo dall’opera dei pupi tradizionale propone spettacoli che affiancano a storie del repertorio tradizionale vicende di cronaca, ritualizzando questa forma del teatro popolare, da sempre capace di intercettare le istanze dell’oggi. È così che accanto agli spettacoli tradizionali tratti dalla Storia dei paladini di Francia, dal repertorio religioso e dai drammi shakespeariani, la Compagnia propone una opera dei pupi “antimafia”, mettendo la forza espressiva e comunicativa dei pupi tradizionali al servizio di spettacoli di impegno civile.