“Il Palazzo dell’Acqua apre le porte al pubblico”

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BARI – I tesori dello storico Palazzo dell’Acqua sono a disposizione del pubblico degli appassionati d’arte e, più in generale, di tutti i cittadini curiosi di conoscerne gli interni.

Le visite si potranno effettuare tutti i sabati e le domeniche, dalle ore 10.00 alle ore 12.00, su prenotazione da gestire direttamente sul portale Aqp, nella sezione Pianeta Acqua.

La sede della società idrica pugliese, vero e proprio monumento all’acqua, fu realizzata da Cesare Brunetti, tra il 1925 e il 1932, e splendidamente decorata e arredata da Duilio Cambellotti, il geniale artista romano, che partendo dall’Art Nouveau e approdando al Liberty, riuscì ad elaborare uno stile personalissimo, di cui sono concreta testimonianza i fregi, le decorazioni e gli arredi realizzati per il palazzo dell’Acquedotto.

Al primo piano, si potranno ammirare la sala del consiglio, splendidamente affrescata, i salottini del presidente e dell’amministratore delegato, completi di tutti gli arredi fissi e mobili, e la sala della corografia. Al secondo piano, invece, l’ex appartamento privato del presidente, oggi spazio espositivo, con alcuni dei più pregiati arredi disegnati da Duilio Cambellotti, tornati all’antico splendore dopo un lungo e accurato restauro.

Per completare la visita, un giro negli ambienti, a piano terra, destinati alla storia dell’Acquedotto, con strumenti e attrezzature dei primi del ‘900 e la ricostruzione, persino, di un laboratorio chimico degli anni ’30 con apparecchiature originali dell’epoca.

La riapertura al pubblico del palazzo è stata illustrata oggi dal presidente di AQP Simeone Di Cagno Abbrescia, e lo scrittore Marcello Introna, profondo estimatore delle bellezze e del linguaggio simbolico dell’edificio, al punto da farne la passione segreta del protagonista del suo ultimo romanzo “Castigo di Dio”, edito da Mondadori.

Un racconto intriso di realismo, ambientato in una Bari degli anni ’40, nel quale il fascino del Palazzo dell’Acqua si contrappone alle immagini forti delle periferie urbane. “Grazie, Angelo disse lei, e l’uomo si bloccò sull’uscio, perché nessuno lo chiamava mai con il suo vero nome e lui amava le cose belle. Quando poteva, Rimmato faceva lunghe e solitarie passeggiate per la città, percorrendo sempre le stesse strade. Adorava guardare quella meraviglia del palazzo dell’acquedotto, alle spalle del teatro Petruzzelli, e apprezzava ingenuamente le raffigurazioni che lo decoravano, perché non sapeva dell’esistenza di uno stile romanico-pugliese, né della sua commistione con il Déco: immagini di fontane, scene di lavoro femminile, cavalli che si abbeveravano tra gli ulivi. Il palazzo dell’acquedotto era un vero e proprio museo dedicato all’acqua e Rimmato lo aveva visto costruire in tempi da record. Gli era affezionato come a un bambino che si vede crescere dal candore dell’infanzia alla coscienza della maturità, e quei candelabri a cinque braccia che erano poggiati ai parapetti dei balconi del primo piano lo affascinavano ancora di più che tutto il resto, sebbene non li accendessero mai”, si legge in una pagina del racconto.

 

“Siamo ben lieti di riaprire le porte del nostro palazzo – ha commentato il presidente di Cagno Abbrescia consentendo ai cittadini di varcare l’ingresso di un mondo assolutamente unico e irripetibile, e di godere di un repertorio artistico tra i più originali e sorprendenti, frutto dell’ingegno e delle abilità artistiche di un maestro come Duilio Cambellotti, capace di tradurre in forme e simboli suggestivi, il movimento, la forza e la purezza dell’acqua”.

Caratteristica che fa di questo palazzo, la cattedrale laica dell’acqua, un unicum nella storia dell’architettura pugliese e nazionale, di cui tutta la grande famiglia di AQP va fiera ed è gelosa custode”, ha proseguito. “Questo palazzo, testimonianza concreta della straordinaria epopea dell’avvento dell’acqua pubblica nella nostra regione, rappresenta un patrimonio di tutti i pugliesi. Per questo motivo siamo impegnati a renderne fruibile l’accesso tutto l’anno e ad animarne le sale aperte al pubblico con iniziative culturali che ne esaltino la bellezza e ne valorizzino la storia”, ha concluso Di Cagno.