MARTIGNANO (Lecce) – Al via oggi la quinta edizione della Rassegna Cinematografica “Evò ce esù – Visioni. Incontri di confine, tra visi e parlate”, dedicata al cinema delle lingue minori e organizzata dal Parco Turistico Culturale Palmieri di Martignano (Le), con laCooperativa sociale Open e l’Ass. Salento Griko, in collaborazione e con il sostegno del Comune di Martignano e della Regione Puglia con la Legge Reg. n. 5/2012, in rete con numerose realtà italiane ed inserita all’interno del programma del Festival del Turismo Responsabile IT.A.CÀ Migranti e Viaggiatori, che vede la prima edizione in Salento, grazie ad una ricca rete di operatori e istituzioni locali.
L’evento, che si svolge negli spazi del Parco Turistico Culturale Palmieri a Martignano (Le), pone l’accento sul cinema delle lingue definite “minori”, con l’obiettivo di far conoscere al pubblico il dinamismo di molte realtà che si muovono nella prospettiva del riscatto e della volontà di risveglio dal torpore e dal conformismo culturale, nel tempo della globalizzazione. La Rassegna si snoda in tre percorsi (Esperienze, Racconti e Visioni) coniugando i linguaggi delle arti visive e delle performance artistiche con la scoperta delle comunità.
Con le Cicloesplorazioni in Grecìa Salentina (dalle 10 alle 13) e con le Visite guidate in musica e parole (alle 16.30 fino alle 18.00) al Parco Palmieri si aprono le giornate della rassegna, che proseguono con lo spazio del racconto e dello spettacolo (dalle 19.00 alle 21.00) per continuare con le proiezioni dei films (dalle 21.00 alle 24.00).
Venerdì 14 settembre dalle 19.00 la rassegna entra nel cuore dei contenuti con lo spazio del racconto e dello spettacolo che si apre con i videoreportage del progetto “Pròsopo project” che indaga, con i linguaggi del teatro, il mondo delle maschere, e del Carnevale Griko, con le immagini dell’ultima edizione, a cui seguirà lo spettacolo Paloma, di Michela Marrazzi, un dialogo tra due anime, uno scambio scenico ed emozionale tra il fascino di una bambola, che riproduce con grazia e minuzia la realtà dei gesti, e quello della musica che quei gesti ispira, accompagna, asseconda. In scena Michela Marrazzi, suo il testo e sua la bambola, una marionetta portata in gommapiuma a cui ha donato forma, gesti e anima. A darle la vita è l’organetto di Mattia Manco, con musiche della tradizione popolare messicana e un brano originale.
Alle 21.00 al via le proiezioni della rassegna, con lo sguardo rivolto ai più piccoli, con il corto di animazione in dialetto bolognesePiccionaia (Pizunèra) di Massimo Sarzi Madidini; a seguire Il Rito dei Mamutzones di Antonio Ottavio Mura (corto in sardu); eKalavrìa – La terra dei greci di Calabria il documentario di Davide Carbone e Freedom Pentimalli un lavoro di testimonianza e divulgazione culturale sulla minoranza linguistica grecocalabra che, alla panoramica naturalistica dei vari centri ellenofoni vede affiancata una narrazione di carattere storico, linguistico e artistico. Il progetto è stato portato avanti da due giovani calabresi: Davide Carbone, regista formatosi a Cinecittà e Freedom Pentimalli un linguista formatosi alla Sapienza.
Chiudono le proiezioni il documentario in scalvino Il Bepi, Tiziano Inclani ci racconta il Gleno del Collettivo FrameOff, e la clip musicale di Tumash è, al secolo Thomas Cathomen, musicista vincitore del SUNS Europe 2017, il festival friulano dedicato alla musica in lingua minoritaria.
Ospiti della serata i registi di Kalavrìa-La Terra dei greci di Calabria, Davide Carbone e Freedom Pentimalli, Luciano Aprile, Sindaco di Martignano, Franco Rosato, del Coordinamento del Carnevale della Grecìa Salentina, Chiara Costa di Neamera Teatro, e il regista Luca De Paolis.
L’edizione 2018, con la direzione artistica di Pantaleo Rielli, responsabile di Parco Palmieri, presenta al pubblico pugliese pellicole provenienti da geografie e confini linguistici variegati; i luoghi del girato hanno toccato paesi come la Nuova Zelanda, l’America del nord, la Cina, il Galles, la Spagna, la Norvegia, e l’Italia (con la Sardegna, la Puglia, la Calabra, l’Emilia Romagna, la Lombardia, il Friuli), con lingue arcaiche e nascoste quali il sàmi, il furlan, il sardu, il cinese, il welsh, il grecanico, l’euskera, il catalano, il bini, il dialetto salentino, fino alla lingua dei segni (con uno speciale dedicato al Cinema dei Sordi); tutti i progetti filmici proposti sono in grado di esprimere, raccontare e penetrare confini culturali, sociali, antropologici, geografici, facendo emergere con forza temi di grande interesse. Quest’anno un comune denominatore del linguaggio visivo è il tempo, declinato nella lunga vita vissuta dalle genti, ma anche nella lontananza dei ricordi, nello spessore di culture lontane, nella longevità della memoria, nella ostinazione atavica dell’uomo nel non volere rinunciare a se stesso, alle proprie radici e tradizioni.
La rassegna prosegue sabato 15 e domenica 16 settembre.