Anno 1068, quasi tutta la Puglia è sotto il dominio dei conquistatori normanni, con la sola eccezione di alcuni porti che rimangono nelle mani dei Bizantini, tuttavia gli “Uomini del Nord” si apprestano a sferrare l’attacco decisivo, diretto al totale controllo della regione, prima di concentrarsi sulla conquista della Sicilia, ancora in possesso degli Arabi. Proprio dall’isola vengono ritirate alcune forze, successivamente poste agli ordini del conte Goffredo, che pongono d’assedio Otranto. Contemporaneamente Roberto il Guiscardo, alla testa di un’altra armata, cinge d’assedio Bari il 5 agosto.
La popolazione della città è divisa in due partiti, uno filo bizantino ed un altro, capeggiato da Argirizzo di Gioannaccio, filo normanno. Fra le due fazioni prevale quella filo bizantina così, non appena il Guiscardo pone l’assedio, i Baresi serrano le porte della città e chiedono aiuto all’Imperatore d’Oriente Romano IV Diogene, inviando alcuni ambasciatori a Costantinopoli e rifiutando le offerte di resa del Guiscardo. L’assedio normanno non sembra, tuttavia, produrre effetti considerevoli, dal momento che le mura reggono bene l’urto, mentre la resistenza dei Baresi prevale sulle offensive nemiche. In ottobre cade Otranto e Roberto, deciso a concludere al più presto anche la presa di Bari, tenta di isolarne il porto, costruendo un ponte fortificato, in modo da impedire ogni rifornimento via mare. I Baresi riescono però a distruggere l’opera.
Preoccupato dall’evolversi della situazione, Romano IV nomina il generale Avartutele nuovo catapano d’Italia, ponendolo alla testa di una flotta carica di uomini e di viveri, con l’incarico di soccorrere la città assediata.
La flotta giunge a Bari nei primi mesi del 1069, contemporaneamente un esercito muove via terra alla volta della città, ma viene intercettato dalle forze normanne che lo affrontano in una battaglia campale e lo sconfiggono. In seguito allo scontro anche Gravina cade in mano a Roberto. Questi, tuttavia, decide di non tornare subito a Bari. Nel gennaio 1070 riprende le operazioni, dirigendosi verso Brindisi, anch’essa posta sotto assedio, che in autunno è costretta ad arrendersi.
Intanto Bari rischia di capitolare per fame. Avartutele organizza un complotto diretto ad assassinare il Guiscardo ma il sicario, il patrizio Bisanzio Guideliku, fallisce l’impresa. La vendetta non tarda ad arrivare, infatti nel luglio 1070 Argirizzo fa assassinare il Guideliku. In seguito a tale evento si rafforza il potere del partito filo normanno. Preoccupato dall’evolversi della situazione, Avartutele invia alcuni emissari a Costantinopoli con la richiesta di aiuti in viveri e, prontamente, Romano IV invia a Bari una nuova flotta carica di grano. Ben presto le scorte finiscono ed il catapano è costretto a chiedere un nuovo rifornimento. Con grande fatica l’imperatore riesce ad armare 20 navi, agli ordini di un rinnegato normanno di nome Gozzelino e del nuovo catapano Stefano Paterano.
Nel febbraio 1071 i Normanni riescono, però, ad intercettare le navi, costringendole ad una battaglia navale al largo di Bari, nella quale vengono sconfitte e disperse. I Bizantini perdono 150 uomini, mentre Gozzelino viene catturato. Soltanto il Paterano riesce a raggiungere la città, ma si rende conto dell’impossibilità a continuare la resistenza, così il 15 aprile la consegna nelle mani dei Normanni.
Cosimo Enrico Marseglia