All’origine della musica terapeutica salentina

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SALENTO – La vita di tutti gli esseri viventi dipende dal moto sincronico intercorrente tra la Terra, in rotazione sulla sua orbita e soggetta alle forze dei campi gravitazionali ed elettromagnetici, e il Sole.

L’attività solare è determinata dalle dinamiche elettromagnetiche generate dal suo campo magnetico, i cui cicli incidono anche sull’attività del campo magnetico terrestre da cui dipendono i moti delle geo-masse e la vita degli esseri viventi. La dinamica naturale della Terra, concernente il moto di rivoluzione intorno al Sole e il moto di rotazione oscillante intorno al suo asse magnetico, determina le quattro stagioni annuali, separate da due equinozi e da due solstizi.

Attualmente si rinnovano in forme folkloristiche gli antichi rituali che celebravano le ricorrenze dei giorni di passaggio stagionale, che anticamente si attendevano con trepidazione in quanto le intensificate oscillazioni dell’asse terrestre potevano indurre fenomeni elettromagnetici intensi che turbavano la normale attività vibrazionale del pianeta.

Le onde elettromagnetiche caotiche possono, infatti, provocare instabilità ambientale, con modificazioni geofisiche dovute a terremoti, a maremoti, a frane… oltre che a fenomeni atmosferici perturbati. Possono anche interferire con il campo biomagnetico degli esseri viventi modificando le loro condizioni di benessere psico-fisico individuale e collettivo.

 

La “yatromusica” antica forma di intervento terapeutico per l’equilibrio psico-fisico

 

È noto che nell’antica Grecia, per ottenere la guarigione da varie patologie, era necessario trascorrere dormendo almeno una notte nel tempio dedicato ad Asclepio, il più antico luogo di cura e di guarigione. Tale forma terapeutica aveva il suo precedente storico in antichi rituali, nei quali si applicavano varie tecniche per indurre uno stato di trance o un “sonno catartico”.

Una di queste tecniche applicate nelle pratiche di guarigione con metodi naturali era la musica, che nella forma primordiale spontanea era espressa con un ritmo derivato dal battito cardiaco, ottenuto tramite la percussione con primitivi strumenti litici.

Una forma più evoluta di musica terapeutica rituale veniva praticata in grotta già nel Paleolitico inferiore, come attesta un flauto in osso risalente a 40.000 anni fa, rinvenuto in Germania

Oggi sappiamo, in linea con tali arcaiche credenze, che le modulazioni delle note musicali possono sviluppare giuste risonanze armoniche, rendendo coerenti e benefiche le linee di flusso elettromagnetico. Emesse, invece, con note dissonanti in stato caotico possono influire negativamente anche sul campo biomagnetico degli esseri viventi.

Condizioni di risonanze armoniche si potevano ottenere con la modulazione della voce, con i movimenti corporei ripetitivi, oltre che con il suono ritmico degli strumenti musicali.

Anticamente amplificando le vibrazioni sonore, danzando in cerchio intorno al fuoco, ad un pozzo, intorno ad un menhir o all’interno di circuiti sacri megalitici, con l’intento di equilibrare le onde di flusso del campo magnetico terrestre, intendevano esplicare pratiche terapeutiche rituali, proprie di una conoscenza ritenuta sacra, che curavano tanto lo stato della Terra, quanto quello dei suoi abitanti.

Le naturali facoltà percettive dell’uomo arcaico sono andate sempre più affievolendo e tale antica conoscenza naturale è ritenuta oramai dispersa, sostituita oggi da strumenti sofisticati che permettono di monitorare lo stato dell’attività vibrazionale dei campi elettromagnetici che interessano gli equilibri del rapporto sincronico intercorrente tra il Sole e la Terra.

Agli inizi dell’era della scienza, tuttavia, le pratiche di medicina arcaica furono integrate nelle conoscenze di fisica, di chimica e di musica, pur mantenendo la caratteristica di distinte discipline aventi finalità terapeutiche, essendo denominate: yatrofisica, yatrochimica, yatromusica…, dove il suffisso “yatro”fa riferimento proprio alla loro specifica operazione curativa.

La musica terapeutica tramandata nel Salento, come pratica di religiosità minore, è stata applicata con successo sulle “tarantate” ancora fino agli anni Novanta del XX secolo, prima di confluire nella musica popolare avente diverse e più amene finalità.

In vari ambiti religiosi, antichi e attuali, ancora oggi la musica basata sulla conoscenza dell’antica yatromusica crea suoni celestiali, poiché sviluppa ricercate vibrazioni armoniche coerenti. Molti luoghi sacri, soprattutto antichi, furono concepiti infatti in modo che le note musicali potessero interagire beneficamente con quelle strutture architettoniche proporzionali e armoniche, geometrie sacre, cristallizzazioni ridotte del cosmo, nelle quali veniva applicato il rapporto aureo phi.

Il phi = 1.628 è il numero irrazionale che presiede a tale rapporto, che è riscontrabile in natura nei ritmi di crescita delle piante e di altri esserti viventi, in quanto la doppia evolvente del loro DNA si sviluppa proprio in relazione al ritmico rapporto sincronico intercorrente tra il Sole e la Terra.

di Marisa Grande

Per approfondimenti:

– Marisa Grande, In armonia con le frequenze della terra -Scienza e conoscenza n.36 aprile/maggio 2011

– Marisa Grande, Il tarantismo, Anxa n. 63, maggio-giugno 2013

– Marisa Grande, Danzimania, tarantismo e pratiche terapeutiche, Anxa n. 64, luglio-agosto 2013

–  Marisa Grande, Antiche pratiche di armonizzazione, Anxa n. 65, settembre-ottobre 2013

–  Marisa Grande, Aspetti socioculturali del tarantismo –tra storia, tradizione e mito- 17-19-24 giugno 2019, in:

www.belsalento.altervista.org