LECCE – Inaspettate e misteriose bambine di argilla e tele ricamate con fili di lana e cotone con temi ebraici sono il cuore della mostra “Il Filo della Storia”, in programma presso il Museo Ebraico di Lecce e nei cortili di tre palazzi storici del capoluogo: Palazzo Adorno, Palazzo dei Celestini e Palazzo Cezzi Tamborino.
L’inaugurazione sarà domenica 6 settembre alle ore 11, nell’ambito della Giornata Europea della Cultura Ebraica e sarà aperta la pubblico fino al 7 febbraio 2021.
L’allestimento, di Federico Caputo e Margherita Grasselli, a cura di Ermanno Tedeschi, ha il patrocinio della Provincia di Lecce, del Comune di Lecce e della Regione Puglia.
La mostra è stata presentata ieri a Palazzo Adorno, sede della Provincia . Il capo di gabinetto della Provincia di Lecce Andrea Romano, l’assessore alla Cultura del Comune di Lecce Fabiana Cicirillo, l’artista Federico Caputo, il curatore della mostra Ermanno Tedeschi, i responsabili amministrativi del Museo Ebraico Michelangelo Mazzotta e Francesco De Giorgi, ne hanno illustrato tutti i dettagli.
Questo originale allestimento si compone di due sezioni: “Fili della Storia” e “Bambine a corte”. La storia della cultura ebraica viene rivisitata attraverso i fili di lana e le tele ricamate con temi ebraici di Federico Caputo, che saranno esposte presso il Museo Ebraico di Lecce, mentre una decina di bambine di argilla di Margherita Grasselli troveranno casa in alcuni cortili, sui gradini, sulle finestre e o nelle nicchie di palazzi storici, come Palazzo Adorno, Palazzo dei Celestini (sedi della Provincia di Lecce), Palazzo Cezzi Tamborino e dentro e fuori lo stesso Museo.
“Continua la collaborazione della Provincia di Lecce con il Museo Ebraico, uniti non solo perché geograficamente molto vicini, ma anche per le questioni da porre all’attenzione della comunità salentina e nel definire modelli che esaltino le peculiarità della città e del quartiere. I gioielli della Provincia di Lecce vengono messi in campo per accogliere questa mostra, auspicando che questi giorni di approfondimento siano utili alla diffusione del progetto culturale del Museo Ebraico di Lecce”, ha dichiarato in apertura di conferenza stampa il capo di gabinetto della Provincia di Lecce Andrea Romano.
Sezione “I Fili della Storia”- Museo Ebraico di Lecce
La parte espositiva delle opere di Federico Caputo prevede una decina di quadretti di dimensioni cm 50×50 ricamati a mano in lana su una tela bianca e incorniciati direttamente a mano in legno di abete.
L’artista ha studiato attentamente i simboli dell’ebraismo e, in accordo con il curatore Ermanno Tedeschi, ha individuato una serie di temi e soggetti. Ha quindi scelto di rappresentare oggetti tipici della religione ebraica, come dei sevivon, degli etrog, un chanukkiyah e dei mezuzah. In aggiunta a questi soggetti ha scelto alcune parole simbolo di positività universalmente riconosciute e le ha raffigurate in lingua ebraica: buongiorno, buona fortuna, buona sera, pace (shalom).
In mostra saranno presenti anche dei quadretti ricamati con alcuni volti cari al mondo ebraico italiano, e non solo, come Liliana Segre, e una scena dal rito del matrimonio ebraico. L’artista, inoltre, ha creato alcuni mezuzah in versione tridimensionale, “tipo peluche”, utilizzando tela antimacchia con imbottitura in poliestere e ricamo in lana oppure realizzati a uncinetto. Inoltre, alcune delle sculture di Margherita Grasselli indosseranno abiti ed elementi sartoriali cuciti direttamente da Federico Caputo.
Sezione “Bambine a corte” – Palazzi storici di Lecce
Le sculture rappresentate dalle bimbe di Margherita Grasselli abiteranno alcuni storici palazzi leccesi. Le sue sculture hanno tutte un nome, sempre legato a qualche ispirazione reale; non hanno un volto identificato e ciò le rende ancora più misteriose e mistiche. Le ultime opere riflettono l’esperienza unica che per alcuni mesi l’artista ha avuto la possibilità di fare nella fabbrica di ceramiche di Franco Fasano a Grottaglie, dove la vicinanza di grandi maestri l’ha aiutata a perfezionarsi sempre di più. In questo contesto unico la sua fantasia è andata oltre, così le bambine hanno iniziato a dondolare sull’altalena, ad accoccolarsi al proprio orsetto, oppure a chiacchierare e scambiarsi pettegolezzi sdraiate su un prato.
Le creature di Margherita viaggiano di continuo in Italia e all’estero, parlano tutte le lingue senza alcuna difficoltà e trovano sempre una loro collocazione naturale in musei, spazi all’aperto o case di collezionisti. Non c’é da stupirsi se camminando per le vie di Matera si incontrano le sue bambine che conversano piacevolmente in un vicinato guardando il panorama, o se frequentando residenze diplomatiche all’estero o istituzioni museali come il Museo Nazionale di Ravenna ci si imbatte in Erika, Maria, Elisabetta e tante altre.
In questo progetto alcune sculture avranno dei vestitini e un pupazzo in tessuto, cuciti da Federico Caputo: il tessuto, il trait d’union che unisce i due artisti, animerà la mostra presso il Museo Ebraico di Lecce e quella diffusa per i cortili della città.
A Palazzo dei Celestini a Lecce, sede della Provincia, saranno inserite 3 grandi bimbe al centro su una pedana, all’ingresso esterno del Museo Ebraico una in piedi o seduta, sulla panchina nel cortile di Palazzo Cezzi Tamborino due bimbe e all’interno di Palazzo Adorno verranno installate alcune sculture in piedi, alcune sui gradini e altre sulle finestre o nicchie.
Federico Caputo è nato nel 1995 a Sanremo. Dal 2014 vive, studia e lavora a Torino. Negli ultimi anni ha avuto l’opportunità di iniziare a esporre le sue opere in varie realtà artistiche nell’area del Torinese. La sua ricerca artistica ha come base la tradizione e lo stile sartoriale italiano applicati a un immaginario che affonda le radici nella storia dell’arte moderna e contemporanea. Le opere recenti rappresentano il punto di approdo di un percorso artistico che ha portato Federico ad abbandonare la pittura in favore del cucito e del ricamo. Fin da piccolo, infatti, ha visto la madre e la nonna cucire e rammendare e, indirettamente, ha imparato semplicemente osservandole. Dal punto di vista artistico, il suo percorso segue un doppio filone: il primo studia l’estetica potenzialmente contenuta in fibre, tessuti e colori; il secondo, ricalca soggetti, oggetti, icone e simboli “popolari” cioè universalmente riconoscibili, ma che per l’artista sono carichi di significato.
Margherita Grasseli nasce a Perugia nel 1970. Conseguita la laurea in Scienze Politiche, si trasferisce a Roma. La nascita dei due figli la porta a un inserimento attivo nel campo del volontariato, rendendola molto attenta e sensibile ai problemi legati all’infanzia e all’universo femminile, soprattutto in Africa, nello specifico in Malawi. Nel 2004, insieme a un’amica, fonda la onlus Africa Sottosopra che ha realizzato numerosi e importanti progetti. Margherita intraprende il suo cammino di scultrice a partire da settembre 2001, iniziando a frequentare i corsi di Marco Severini presso l’Accademia Belle Arti di Roma. L’artista seguirà i corsi del maestro per dodici anni, spaziando dalla lavorazione dell’argilla a quella della pietra, imparando la lavorazione delle resine e dei vari tipi di materiali che si prestano alla lavorazione scultorea manuale. Sperimenta la tecnica delle patine, usando vari tipi di colori e ossidi e, non ultimi, gli smalti, sua grande passione.
Impara le varie tecniche di formatura, sia in gesso che in silicone. Il suo materiale preferito resterà sempre l’argilla; si specializza nella lavorazione dell’argilla raku Sila, che viene per lei appositamente miscelata e trattata in base alla chamotte richiesta.
Nel 2011 apre a Roma lo Spazio espositivo LiberArte, dove stabilisce il suo laboratorio e crea un’area espositiva che prevede l’organizzazione di mostre proprie e personali o collettive di giovani artisti emergenti. Dal febbraio 2019 apre un’altra sede lavorativa a Grottaglie, ospite dell’azienda Ceramiche Nicola Fasano, dove, grazie al titolare Franco Fasano, ha la possibilità di affinare la conoscenza e la sperimentazione delle nuove tecniche di formatura, smaltatura e cottura sotto la guida di esperti maestri ceramisti e artigiani del settore.
Nell’ambito della Giornata Europea della Cultura Ebraica, l’inaugurazione della mostra di domenica 6 settembre (alle ore 11), è inserita del progetto “Percorsi Ebraici”, e sarà preceduta alle ore 10 dalla visita guidata del Museo Ebraico di Lecce e dell’antica Giudecca, a cura di Fabrizio Lelli, direttore del Museo Ebraico di Lecce e docente di Lingua e Letteratura Ebraica dell’Università del Salento, e seguita, alle ore 12, sempre negli spazi del Museo, dalla presentazione del libro “I racconti di Matilde”, di Ermano Tedeschi. A seguire, degustazione di un calice di vino kasher offerto dalle Cantine Leuci di Guagnano.