TARANTO – Numerosa è stata la partecipazione degli operatori del settore al workshop “In Puglia il cibo è cultura” che si è tenuto nella suggestiva cornice della “Basilica” del Relais Histò a Taranto.
Il seminario, moderato da Antonella Millarte, ha fornito non solo dati e prospettive di grande interesse per la regione, ma anche suggestioni e riflessioni che dimostrano come l’enogastronomia sia uno straordinario volano per il rilancio del turismo pugliese.
La professoressa Roberta Garibaldi, tra i maggiori esperti in materia, ha descritto la tendenza in crescita, perché “le food experience sono sempre più nel gradimento dei viaggiatori” e ha presentato le opportunità che la Puglia è in grado di raccogliere.
Il professor Antonio Capurso ha raccontato l’origine della dieta mediterranea e il suo valore identitario. Proprio quest’anno ricorre il decimo anniversario del riconoscimento della dieta mediterranea da parte dell’Unesco, come ha ricordato l’on. Enzo Lavarra, che da parlamentare europeo ha lavorato a questo importante risultato.
Il cibo può essere anche portatore di benessere spirituale, può “educare al ben-essere ospitale” come ha sottolineato nella sua riflessione don Gionatan De Marco della Cei. Il quadro del valore culturale del cibo lo ha completato il professor Paolo Ponzio, dell’Università di Bari, spiegando il significato che ha il convivio come esperienza unica di partecipazione e arricchimento personale.
“Il cibo è uno straordinario veicolo di promozione dei territori a livello internazionale” hanno sottolineato Nancy Dell’Olio, ambasciatrice della Puglia nel mondo, e il giornalista spagnolo Domenech Rossend del Gruppo del Gusto dell’Associazione della Stampa Estera in Italia.
Ha concluso i lavori Aldo Patruno, Direttore del Dipartimento Turismo e Cultura della Regione Puglia che ha sottolineato l’importanza della scelta del luogo: Taranto e il suo Mar Piccolo rappresentano la vera sfida per il turismo che attende la Puglia, a maggior ragione dopo il Covid. Un turismo internazionale, destagionalizzato e di gran qualità attraverso la diversificazione del prodotto – a partire dal cibo e dalla cultura – e dalla “convivialità delle differenze”.
E’ stato un successo anche la performance con degustazione “Il pasto della tarantola” di Koreja, molto apprezzata per lo suo stile originale, che ha coniugato sapori tipici e teatro di qualità.