“Confini”: quinto lavoro discografico per i salentini Muffx

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Lunedì 30 novembre, in cd, vinile e nei migliori store on line, esce “Confini” il quinto album della band salentina Muffx. Prodotto da Riccardo Rinaldi snc e pubblicato su Black Widow Records con il sostegno di Puglia Sounds Record 2020/2021 della Regione Puglia (FSC 2014/2020 – Patto per la Puglia – Investiamo nel vostro futuro), il disco è quasi interamente registrato live durante un concerto tenuto il 21 agosto, nella strana estate 2020, nell’atrio del Palazzo Belmonte Pignatelli di Galatone, in provincia di Lecce (in collaborazione con l’amministrazione comunale).

La band guidata dal cantante e chitarrista Luigi Bruno (leader della Mediterranean Psychedelic Orkestra, fondatore del Collettivo Sbam e della Ill Sun Records e ideatore della Sagra del Diavolo) e composta da Alberto Ria (batteria), Mauro Tre (farfisa, synth e tastiere) e Ilario Suppressa (basso) propone sette brani (cinque live e due precedentemente registrati allo Sbam Club) per un disco  più “soft” e introspettivo dei precedenti. Il primo singolo “L’istante Prima” – accompagnato da un videoclip diretto da Gaetano Mangia e Luca de Paolis – è presente in una doppia versione: quella live e una in studio registrata con l’amico e produttore Pierpaolo “Lu Pier” Cazzolla, scomparso prematuramente nel 2015. In “Carovane” la band ospita Claudio Cavallo Giagnotti, leader dei Mascarimirì, con antichi strumenti a fiato del Mediterraneo, e il percussionista Gianluca De Mitri alla darbuka. L’illustrazione della copertina, anch’essa disegnata live durante il concerto, è dell’artista Massimo Pasca. La grafica è a cura di Alessandro Colazzo.

“Confini” è il secondo capitolo della “trilogia delle lame” iniziata nel 2017 con ”L’ora di tutti”, concept album strumentale liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Maria Corti. Nel nuovo disco i Muffx sonorizzano (come fosse musica di un film immaginario) le vicende cruente  accadute nel Salento, tra Galatone e Fulcignano, intorno al 1300. Due comunità confinanti che per divergenze politiche, culturali e religiose (una professava il rito cristiano latino, l’altra quello greco) si scontrarono fino alla distruzione di Fulcignano, i cui ruderi sono ancora presenti. Psichedelia, jazz, rock e sperimentazione che strizzano l’occhio alla tradizione prog italiana degli anni settanta diventano la colonna sonora di questo nuovo viaggio sonoro della band salentina. Le caratteristiche vintage e sanguigne dei brani dell’album hanno suggerito alla band una registrazione live per restituire uno suono vintage e caldo.

Il brano di apertura è Ritual, una suite strumentale di quasi 18 minuti che trae ispirazione da sonorità cinematografiche seventies tra jazz, rock e psichedelia e rappresenta il punto di contatto e allo stesso tempo di evoluzione rispetto all’album precedente. Come un rituale religioso e tutte le sue sfumature fatte di contemplazione, preghiere, enfasi e melodie arcaiche è strutturato in diverse parti, ispirato soprattutto a composizioni di matrice classica nonostante l’impianto rock sul quale si muove.

L’istante prima è una ballad, scelta come primo singolo dell’album accompagnata da un video diretto da Gaetano Mangia e Luca De Paolis, che segna sia il ritorno al cantato, totalmente assente nel precedente lavoro,  sia una sorta di “pace con il passato” da parte della band. La canzone, infatti, è stata scritta e registrata con il produttore e amico della band Piepaolo “Lu Pier” Cazzolla prima della sua prematura scomparsa. Il brano si muove come una sorta di filastrocca introspettiva, vista dal punto di vista di un abitante di una comunità che si disgrega davanti ai suoi occhi. Il suo significato si apre a diverse interpretazioni: l’istante prima di una scelta, di un addio, di un abbandono, di un viaggio di andata o di ritorno. Nell’album è presente sia la versione live che ha un sapore più progressive dovuta agli arrangiamenti di tastiere volutamente più presenti rispetto alla versione studio più scarna e di tradizione post-rock.

Carovane è una suggestiva traccia tra sonorità psichedeliche, world music e quel sapore “cinematografico” che contraddistingue la band salentina sin dagli esordi. Il brano ruota attorno a un giro armonico ossessivo con una ritmica pseudo afro in tempo dispari e rappresenta la visione delle varie culture che Fulcignano ha ospitato nel corso dei secoli, essendo principalmente luogo di scambi commerciali e ostello per viandanti. Ospiti Claudio Cavallo Giagnotti, leader dei Mascarimirì, che suona ciaramella e nay, due antichi strumenti a fiato del Mediterraneo, e Gianluca De Mitri alla darbuka, percussione utilizzata tradizionalmente in Nord Africa, Medio Oriente e Asia centrale.

L’ubriaco venuto dall’Est è un brano strumentale ispirato alle storie degli antichi viandanti dediti al mercato del bestiame venuti dall’Est (molte famiglie discendenti ancora vivono nel territorio di Galatone, in provincia di Lecce) che svolgevano le loro attività sociali, lavorative ma anche mondane proprio nel casale di Fulcignano. La band tira fuori la sua passione atavica per i tempi dispari, sfornando un brano dal sapore jazz-rock sbilenco, “storto”,  quasi post sbornia ma allo stesso tempo curioso e incalzante.

Scelgo te è la confessione di un abitante di Fulcignano che si piega ai nemici e alla sorte, si adegua alla nuova realtà e “sceglie” di sopravvivere adottando esteriormente usi, costumi e rituali dei vincitori, ma conservando con amarezza nella sua intimità profonda le sue radici e identità.

La leggenda tramandata attraverso stornelli e poesie popolari racconta di una reggente (principessa nei canti) che durante l’assedio fu privata del figlio neonato e dovette assistere alla sua esecuzione ai piedi del casolare per non essersi arresa, da qui la tradizione si perde in maledizioni e incantesimi esoterici. In Mater flebilis la band immortala la scena come se fosse un frame di un film.

I Muffx esordiscono nel 2007 con “…Saw The…” (B.O.S.R./SELF) riscontrando sin da subito pareri favorevoli da parte della stampa specializzata e degli addetti ai lavori sia in Italia che all’estero e allo stesso tempo iniziando un’intensa attività live in tutta la penisola italiana. Nel 2009 esce “Small Obsessions” (Go Down Records / Audioglobe), accolto con interesse e rispetto dalla critica sia italiana che estera. Il primo singolo “Reason and Prison” è accompagnato da un videoclip diretto dal regista Edoardo Winspeare (Pizzicata, Sangue Vivo, Galantuomini, In grazia di Dio, La vita in comune). Nel 2012 arriva il terzo album “Époque” (Ill Sun Records – Lobello Records / GoodFellas), caratterizzato dalla novità dei testi in italiano, e anticipato dal singolo “La processione” con un video/cartoon firmato da Hermes Mangialardo. L’album riceve numerose recensioni positive dalle maggiori testate giornalistiche di settore come Rumore, Rockerilla, Rolling Stone, Rockit. Dopo Époque la band entra nuovamente in studio per realizzare “Nocturno”. Un disco che vede la luce a causa della prematura scomparsa del produttore artistico dell’album e grande amico della band, Pierpaolo Cazzolla. Questa triste disavventura manda in crisi i Muffx. Nel 2017, però, dopo una lunga pausa, esce “L’ora di tutti” (Black widow records), un concept album strumentale liberamente ispirato all’omonimo romanzo (uscito nel 1962 per Bompiani) di Maria Corti ambientato durante l’invasione Turca nel 1480 a Otranto che ottiene critiche lusinghiere in tutta Europa. Nel corso degli anni la band si è esibita in club e festival in Italia, Inghilterra, Germania, Olanda, Svizzera, Francia, Spagna ospitando musicisti della scena prog come Richard Sinclair (Caravan, Soft Machine, Camel), Claudio Simonetti (Goblin), Aldo Tagliapietra (ex Le Orme) e aprendo concerti di Afterhours, Teatro Degli Orrori, Goblin, Giorgio Canali e molti altri.