Il Castello di Maruggio, fra Cavalieri Templari e Cavalieri di Malta

1721

MARUGGIO (Taranto) – Nonostante le piccole dimensioni, Maruggio è un centro particolarmente ricco di storia e di mistero, e ciò è dovuto indubbiamente al fatto di essere stata Commenda Magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta, a partire dagli inizi del XVI secolo, dipendente dal Priorato di Barletta. La storia del paese, pertanto, si intreccia strettamente con quella dei Cavalieri sin dal 1317 quando, secondo la tradizione, la nobildonna Giovanna Caballaro avrebbe ceduto il feudo di Maruggio all’Ordine Giovannita in cambio dell’ingresso nello stesso del figlio Nicola de Pandis.

Tuttavia in precedenza il centro apparteneva all’Ordine dei Cavalieri Templari, come attesta un ritrovato documento della Cancelleria Angioina: “Casale terrae Marigii quod fuit quondam Templariorum” (Trad. Il Casale della terra di Maruggio che un tempo fu dei Templari). Il passaggio da un ordine all’altro è avvolto dal più totale mistero poiché avvenne proprio negli anni in cui i Templari furono perseguitati e condannati alla Damnatio Memoriae. Infatti nel 1309 con la Bolla Vox in Excelso il Pontefice Clemente V, dalla sede papale di Avignon, secondo i voleri del Sovrano di Francia Filippo IV il Bello, sospendeva l’Ordine del Tempio, affidando gran parte dei loro beni ad altri ordini. Nel Regno di Napoli, il cui Sovrano era strettamente imparentato col Re di Francia, il processo si tenne in Brindisi, presso la chiesa di Santa Maria del Casale.

Un interessante ipotesi ci viene dalla studiosa Bianca Capone, scomparsa pochi giorni fa alla veneranda età di 102 anni: “Nel marzo 1308, mese dell’arresto dei Templari meridionali, Giovanna Caballaro si sarebbe impadronita della mansione templare e dei suoi beni, o, nel migliore dei casi, li avrebbe avuti in custodia dal giudice Pietro Porcario di Aversa, responsabile dei possedimenti templari in Terra d’Otranto. Quando, il 3 maggio 1312, Clemente V con la bolla ‘Ad providam Christi vicario’ stabilì il passaggio dei beni dei cavalieri rossocrociati ai Giovanniti, la Caballaro avrebbe impedito ai nuovi proprietari di prenderne possesso. Dopo avere tergiversato per qualche anno, nel 1317, probabilmente dopo un’ultima intimidazione di Roberto d’Angiò, la feudataria di Maruggio avrebbe consegnato quei beni in cambio dell’entrata nell’ordine di suo figlio, Nicola de Pandis.”  (B. Capone Ricerche sul nome e sulle origini di Maruggio, sede di Mansione Templare in  Atti del II Convegno di Ricerche Templari a cura L.A.R.T.I. Ed. Capone. Torino 1984 p.  23).

Inoltre proprio in una sala del castello, di cui andiamo a parlare, esiste una chiave di volta che riporta una Croix Pattée, la Croce Patente dei Templari, probabilmente utilizzata come materiale di reimpiego ma proveniente da una preesistente struttura. Ma veniamo a parlare del suddetto castello.

Il Castello dei Cavalieri di Malta, chiamato anche Palazzo dei Commendatori, venne edificato a partire dal 1368 per volontà appunto del Cavalieri e risultava contiguo alle mura di cinta della piazza, ora non più esistenti, col lato occidentale, che oggi si affaccia in Piazza del Popolo all’esterno della cinta stessa.

Le numerose modifiche operate, specialmente negli ultimi due secoli, e la costruzione di abitazione private addossate, ne hanno completamente stravolto l’assetto. Originariamente doveva presentarsi in pianta quadrangolare e ad esso sul lato meridionale era addossata la porta principale di accesso alla città murata, anch’essa demolita, a sua volta protetta a partire dalla fine del XVI secolo da un rivellino (“…elemento della fortificazione staccato dalla cinta muraria, generalmente più basso di questa ed eretto davanti a una porta, per difenderla dal fuoco e dai proietti lanciati dal nemico …” – Enciclopedia Treccani). Sulla facciata rivolta su Piazza del Popolo è presente in alto un grande trittico col blasone del Gran Maestro Hugues Loubenx de Verdalle, mentre sul  portale di ingresso della struttura, in Via Umberto I, campeggia lo scudo con le armi del Commendatore Alliata, visibile anche sulla facciata della Chiesa Madre.

Attraverso il suddetto arco a tutto sesto si accede nel cortile, che forse un tempo serviva come Piazza d’Armi o Cortile d’Onore e dove una volta si trovava la Cappella della Madonna della Visitazione, di cui oggi restano alcune tracce delle sue volte a sesto acuto. Il castello si divideva su due piani, il pianterreno ospitava magazzini e frantoi mentre il primo piano costituiva quello residenziale.

 

Cosimo Enrico Marseglia