Covid: Coldiretti Puglia, spinge würstel, mortadelle e prosciutto cotto agricoli made in Italy

239

A meno di 3 mesi dall’entrata in vigore dell’etichetta d’origine Made in Italy su salami e prosciutti, le quotazioni dei maiali registrano un balzo del 10% per effetto di un aumento settimanale costante in tutte le sedute delle Commissioni uniche nazionali (Cun), con un rinnovato slancio degli agricoltori che stanno portando sulle tavole dei pugliesi i primi würstel, mortadelle ed il prosciutto cotto rigorosamente agricoli a KM0. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia, in riferimento agli effetti dell’obbligo scattato il 31 gennaio 2021 che ha impresso una decisa inversione tendenza alle quotazioni che erano crollate ai minimi per i suini pesanti tra i 160 ed i 176 chili.

La presentazione delle mortadelle agricole e dei würstel a KM0 è avvenuta nel nuovo mercato di Campagna Amica di Taranto di Viale Virgilio 33, dove i contadini e gli allevatori hanno dimostrato quanto l’agricoltura e l’agroalimentare non si siano mai fermati anche e soprattutto nel periodo del Covid, eroi e custodi della biodiversità dal carciofo violetto IGP, alle orate, spigole e ombrine a miglio0, dalla pasta con grano 100% made in Puglia ai biscotti al latte d’asina ai cosmetici con latte d’asina, dal pane e focaccia di Laterza ai succhi con i frutti di stagione, fino a frutta e ortaggi della provincia di Taranto, dalle melegrane al pomodorino “stretto e lasciato”, con la carrellata di formaggi freschi e stagionati e salumi.

“Nonostante i passi in avanti compiuti negli ultimi anni a livello comunitario e nazionale fino ad oggi circa 1/5 della spesa dei pugliesi resta anonima. La norma consente di estendere il paniere dei prodotti alimentari che sugli scaffali devono indicare in etichetta l’origine della materia prima impiegata che tuttavia resta sconosciuta in molti casi, dai succhi di frutta alle marmellate, dai legumi in scatola alla frutta secca sguisciata, dal pane ai biscotti, senza dimenticare l’esigenza di arrivare anche nei ristoranti ad indicare la provenienza della carne e del pesce serviti a tavola”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Un bisogno di trasparenza che è cresciuto nel tempo della pandemia modificando i consumi alimentari r spingendo verso i prodotti locali e certificati il 70% delle persone secondo l’indagine realizzata dall’EngageMinds Hub, il Centro di ricerca dell’Università Cattolica che evidenzia peraltro come la preferenza per i prodotti locali e il made in Italy sia ancora maggiore tra le persone sopraffatte da stati d’ansia e depressivi e da un’aumentata percezione del pericolo del Covid.

“In Puglia ci sono quasi 24mila suini, di cui oltre il 35% nella sola provincia di Taranto. E’ un patrimonio che abbiamo il dovere di promuovere e tutelare anche perché rappresenta il futuro stesso per l’agroalimentare e per l’economia della provincia jonica. In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy”, ha spiegato Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Taranto.

Investire sul Made in Italy diventa dunque importante anche alla luce dell’analisi del centro www.studidivulga.it sulle prospettive agricole mondiali al 2029, per le quali si stima che la carne suina sarà uno dei “driver” principali dell’aumento della domanda internazionale di carne.

Il decreto sui salumi prevede – spiega Coldiretti – che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali). Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”. E consentito lo smaltimento delle scorte fino ad esaurimento. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”. Pe scegliere salumi ottenuti da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia basterà cercate la presenza esclusiva della scritta Origine Italia o la dicitura “100% italiano”.

L’etichettatura dei salumi è l’ultimo capitolo della storica battaglia per la trasparenza condotta dalla Coldiretti che, con la raccolta di milioni di firme, ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa. L’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro era arrivato grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018, del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Il 13 febbraio 2018 è entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso, ma prima c’erano stati già diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 è scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, vigeva l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro, mentre nel dicembre 2012 è passata la legge ‘salva olio’ Made in Italy, conclude Coldiretti Puglia.